La Bindi apre la caccia ai massoni: “Relazioni con le cosche, vanno vietate”

La Bindi apre la caccia ai massoni: “Relazioni con le cosche, vanno vietate”
La presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi
23 dicembre 2017

Lascerà anche questi atti ai posteri, Rosy Bindi. E, per la presidente della commissione Antimafia, probabilmente, saranno gli ultimi nel ruolo di parlamentare, dato che ha annunciato più volte di non ricandidarsi e di uscire dalla scena politica. E così gli ultimi colpi li ha sparati su massoneria e mafia, producendo con i suoi commissari una relazione che “non ci consente di affermare che mafia e massoneria sono un unicum, ma che ci sono sicuramente delle relazioni tra Cosa nostra, ‘ndrangheta e le obbedienze massoniche in esame”. L’attenzione dell’Antimafia si è soffermata su quattro obbedienze massoniche: Goi, Gran Loggia degli Alam, Gran Loggia regolare d’Italia, Serenissima Gran Loggia d’Italia-Ordine generale degli Alam. E degli iscritti, la Bindi ha chiesto alla Dna di fornire alla commissione le situazioni giudiziarie dei soggetti che hanno commesso “esclusivamente reati di mafia con l’aggravante mafiosa”. Risultato: “193 nominativi sottoposti a circa 350 procedimenti giudiziari complessivamente a loro carico, gran parte per il reato del 416 bis” mentre “sei hanno riportato sentenze definitive per il reato di 416 bis”. Dalla relazione sulle infiltrazioni mafiose nella massoneria in Sicilia e Calabria, tuttavia, non emerge “nessun nome”, ma “solo situazioni”. Come quella che “c’è un grande interesse della mafia nei confronti della massoneria perché gli consente di incontrare quella parte dirigente del Paese che è molto utile per riversare il suo denaro nell’economia legale”.

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Tutto è partito, in estrema sintesi, “dalla mancanza di collaborazione con la commissione del Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia e per questo abbiamo proceduto usando i poteri che la Costituzione e la legge ci attribuisce ad un sequestro degli iscritti nelle sedi ufficiali delle quattro obbedienze”. E’ da tempo che il piccone della presidente colpisce la massoneria, alimentando, in particolare, lo scontro tra la stessa Bindi e il Gran Maestro del GOI, Stefano Bisi. Un lavoro, quello svolto dalla commissione, che indurrebbe a mettere alcuni paletti sulle società massoniche. A partire dallo scioglimento di associazioni “che in maniera palese confliggono con l’ordinamento generale come si fa per i Comuni”. O come “proibire le associazioni segrete”, in quanto “la segretezza tollerata dall’ordinamento diventa uno strumento pericoloso”. In merito, la relazione approvata all’unanimita’, è stata dedicata a Tina Anselmi, ad un anno dalla morte come hanno spiegato la Bindi e il vicepresidente Luigi Gaetti (M5S). “La legge cosiddetta Anselmi-Spadolini del 1982 va in realta’ chiamata Spadolini – ha chiarito Bindi – è un’offesa mettere il nome della Anselmi ad una legge incostituzionale, che smentisce il lavoro che lei ha fatto sulla loggia P2″. In pratica, la legge Spadolini “ha consentito l’uso della segretezza in nome del fatto che si perseguono fini leciti, di fatto contravvenendo all’articolo 18 della Costituzione che prevede che i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale. E sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare”, conclude il documento.

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