Dopo la botta di Bruxelles, Salvini e Di Maio tornano antieuropeisti

Dopo la botta di Bruxelles, Salvini e Di Maio tornano antieuropeisti
Matteo Salvini (sx) e Luigi Di Maio
24 dicembre 2018

Scongiurata la tanto temuta procedura di infrazione da parte dell’Europa, torna a bollire il sangue antieuropeista nel governo gialloverde. “Facciamo che sia l’ultima manovra che ci costringa a una trattativa di settimane con commissari non eletti da nessuno che ci dicono cosa fare. Se vince il cambiamento, faremo in modo che la prossima manovra sia solo italiana, senza chiedere permesso a nessuno”. Matteo Salvini è in piena campagna elettorale, quindi torna alla carica con la solita grinta che lo contraddistingue, pur sapendo di aver perso il braccio di ferro proprio con quei “commissari non eletti”.

Altro che “non ci spostiamo di un millimetro”, se si pensa che Bruxelles è riuscita ad abbassare il debito dal 2,4 al 2,04 per cento, facendo volatilizzare circa dieci miliardi di euro dai conti, fatti precedentemente senza l’oste, dall’esecutivo gialloverde. “Siamo stanchi ma contenti”, continua a ripetere il vice premier leghista che alla manovra dà un “7”, sottolineando che i decreti su reddito di cittadinanza e pensioni saranno approvati “nei primi giorni di gennaio”. Il leader leghista giudica “un po’ eccessivo” chi sostiene che nella manovra sia stato inserito un provvedimento che potrebbe aiutare il padre di Luigi Di Maio. Sarà “eccessivo”, ma le premesse sembrano andare in questa direzione.

Salvini, dunque, torna a fare la voce grossa con Bruxelles pur essendo anche consapevole di aver trattato con la commissione europea tenendo la barra dritta per mesi, ma dopo aver visto che l’Italia andava perdendo miliardi e miliardi di euro tra spread e mercati inferociti, ha dovuto calare le braghe. Cosa che gli evidenzia l’ex premier Mario Monti, secondo il quale la manovra sarebbe stata dettata dall’Europa. “Una bellissima barzelletta, veramente divertentissima”, replica il vicepremier al senatore Monti. Salvini risponde anche alla leader di FdI, Giorgia Meloni, secondo cui nella manovra non ci sarebbe stata la svolta sovranista. “Per la prima volta abbiamo trattato e ottenuto dalla Ue di spendere i soldi degli italiani per gli italiani – afferma il leader del Carroccio – gli ultimi cinque governi non hanno neanche iniziato a dialogare”.

Anche il suo collega di governo, Luigi Di Maio, è in campagna elettorale. E anche nel pentastellato si riaccende lo spirito antieuropeista, dopo aver incassato la botta di Bruxelles che gli ha “scippato” una buona fetta di soldi dal reddito di cittadinanza. E quindi, avanti con gli slogan. L’aumento dell’Iva rientra tra le “regole di contabilita’ europea, un’Europa che dobbiamo cambiare quanto prima con le elezioni europee”, scandisce Di Maio secondo il quale, ”abbiamo fatto la manovra del popolo e ne siamo orgogliosi, non potevo sperare di meglio”. E, ovviamente, n’è convinto. E così, a scanso di equivoci, il capo politico 5 stelle torna su twitter con un foglietto per difendere il lavoro del governo. Come per il lungo elenco con tutte le promesse mantenute e “bollinate” con un “fatto”, questa volta Di Maio propone una short list di dieci misure da spuntare per rendere, a suo dire, più chiara la manovra. Quindi, si legge: – “Aumento dell’Iva: falso – Taglio pensioni normali: falso – Taglio pensioni d’oro: vero… Al prossimo tweet.

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