La Bpco miete sempre più vittime

La Bpco miete sempre più vittime
4 maggio 2018

In Sicilia sono circa 310 mila i malati di Diabete. Siamo la terza Regione per prevalenza, dopo Lombardia e Campania, sul fronte di questa patologia e la prima per amputazioni degli arti a causa del cd. piede diabetico. La Psoriasi registra circa 150 mila malati, mentre lo Scompenso Cardiaco riguarda il 2% della popolazione generale con elevati costi per le ospedalizzazioni e soprattutto per le re-ospedalizzazioni. Per la BPCO (Bronco Pneumopatia Cronica Ostruttiva) si stimano, invece, circa 50.000 persone affette, ma è sottostimata, principalmente, a causa della scarsa conoscenza di essa, dell’alto costo delle indagini diagnostiche e della sottovalutazione dei rischi. Questo il quadro siciliano emerso dalla giornata inaugurale del III Convegno nazionale sulla Complessità Clinica e Assistenziale, e secondo il quale, la BPCO rappresenta una priorità per la sanità mondiale, poiché si stima che nel 2030 possa diventare la terza causa di morte. In Sicilia, lo scompenso cardiaco, diabete e BPCO da sole generano il 20% di tutti i ricoveri complessivi.

Salvatore Corrao

Nel 2016 la Conferenza Stato-Regioni ha approvato in via definitiva il Piano Nazionale delle Cronicità, ma in Sicilia rispetto a quest’ultimo documento ministeriale non è stata ancora avviata una programmazione e l’ultima misura sulle cronicità risale al 2015. “In Arnas – afferma Salvatore Corrao, direttore del Dipartimento “Strutturale di Medicina” dell’Arnas Civico di Palermo – presso la nostra Unità, abbiamo realizzato una outpatient clinic, una struttura ambulatoriale complessa con un’ampia autonomia, gestita da internisti, che prende in carico il paziente nel suo complesso, valutando anche aspetti in genere considerati di competenza specialistica. Abbiamo un progetto che prevede di implementare questo modello in dieci altre unità operative siciliane. Auspichiamo un incontro in assessorato per discuterne”.

Le cifre

Secondo l’OMS l’82-85% dei costi in sanità è assorbito dalle cronicità. Sul piano epidemiologico si è passati da una situazione in cui erano prevalenti le malattie infettive e carenziali ad una preponderanza di quelle cronico- degenerative, per via dell’allungamento della vita media. Nel 2032, secondo le previsioni ISTAT, la quota di anziani over 65 anni sul totale della popolazione dovrebbe raggiungere il 27,6%, con circa 17.600.000 anziani in valore assoluto. Il quadro demografico depone per un probabile incremento della prevalenza e dell’incidenza delle patologie croniche che risultano in aumento al crescere dell’età e per questo presenti soprattutto tra gli anziani over 74 anni. Le malattie croniche ad oggi sono insufficientemente prevenute, sotto-diagnosticate e sotto-trattate. E’ ormai assodato che la sfida alle cronicità è una “sfida di sistema”. Infine, secondo Rapporto Osservasalute 2017 “il 70,7% degli over 65 ha almeno due patologie concomitanti e assume dai 5 ai 10 farmaci al giorno che spesso entrano in conflitto tra loro e costringono circa 1,5 milioni d’italiani a nuovi ricoveri in ospedale per far fronte ai danni provocati dalla loro interazione”.

I dati del registro nazionale RePoSI (registro dei pazienti, per lo studio delle polipatologie e politerapie in reparti della rete SIMI, che coinvolge più di 100 unità di Medicina Interna, su tutto il territorio nazionale) indicano che i pazienti con scompenso fanno più farmaci sia all’ingresso che durante il ricovero, che alla dimissione. Il valore medio è di sette farmaci all’inizio; quasi 8 alla fine e a tre mesi e ad un anno si mantengono questi numeri.

Comorbidità principali secondo RePoSI: i pazienti anziani con scompenso cardiaco registrano una severità clinica ed una comorbidità maggiore rispetto a quelli ricoverati in medicina interna senza scompenso cardiaco. La fibrillazione, la BPCO, la cardiopatia ischemica, la vasculopatia periferica risultano comorbidità principali nel paziente anziano ospedalizzato in medicina interna; anche se nei pazienti con diagnosi di scompenso cardiaco la maggiore prevalenza è del diabete e della cardiopatia ischemica. La degenza media, secondo il Registro RePoSI, risulta maggiore in pazienti con scompenso, i quali presentano anche una maggiore mortalità a 12 mesi.

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