Putin in Siria, Egitto e Turchia. Il capo del Cremlino pronto per le Presidenziali

Putin in Siria, Egitto e Turchia. Il capo del Cremlino pronto per le Presidenziali
12 dicembre 2017

Una giornata intensa, iniziata in Siria, proseguita in Egitto e conclusa in Turchia: le tappe di una presenza russa sempre più evidente sul Mediterraneo. Per Vladimir Putin si tratta di un tour de force necessario, anche nella prospettiva della campagna elettorale presidenziale di marzo 2018, nella quale la scorsa settimana è entrato ufficialmente. Un modo per tirare le fila dei discorsi, portare a casa la vittoria a sostegno di Bashar al Assad e ribadire il ruolo centrale della diplomazia russa in Medioriente. Non è un caso che una delle ultime battute pronunciate proprio da Ankara, sia relativa non alla Siria ma alla rinnovata tensione su Gerusalemme, creatasi dopo che il presidente americano Donald Trump ha voluto spostare l’ambasciata Usa nello Stato ebraico da Tel Aviv. “La Russia e la Turchia – ha dichiarato il leader del Cremlino – pensano che la decisione Usa di spostare l’ambasciata a Gerusalemme non semplifica, ma anzi destabilizza la regione e rende più complessa la situazione”. Ma è ovviamente la Siria il punto di partenza e il cuore di questa giornata itinerante per Putin. Ieri, una tappa dopo l’altra sull’aereo presidenziale, macinando chilometri, ma anche successi e portando a casa opportunità per l`industria della difesa, per quella del nucleare civile, oltre a una legittimazione non semplicemente come presidente russo, ma come leader nazionale. La mattina si è volta a Latakia, sulla costa nord ovest della Siria. Arrivato a sorpresa alla base aerea di Hmeimim, Putin ha incontrato anche il presidente siriano Bashar al Assad, alla presenza dei rispettivi ministri della Difesa. Mosca non dimenticherà mai i sacrifici e le perdite nella lotta al terrorismo in Siria e in Russia, ha detto il presidente russo, sottolineando che i suoi militari “tornano con gloria” dal Paese mediorientale, dopo una campagna durata oltre due anni e che ha comportato anche perdite, non solo successi. La base è stata istituita il 30 settembre 2015 dalla Difesa russa per condurre la ben nota operazione militare in Siria e sostenere le truppe governative nella guerra, contro l’organizzazione terroristica dello Stato Islamico e altri ribelli.

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Anche successivamente resterà un presidio sul Mediterraneo per Mosca, armata anche sistemi antimissile S-400. Le dichiarazioni di Putin sono state riportate dalle agenzie russe, mentre il leader del Cremlino già si recava in Egitto, dove è stato accolto dal presidente Abdel Fattah al Sisi. “Con l’aiuto delle forze aeree russe, praticamente tutto l’intero territorio del Paese (la Siria) è stato liberato dai terroristi”, ha detto Putin dal Cairo, dove ha tenuto colloqui con al Sisi sul conflitto israelo-palestinese durante la visita al Cairo, segnata dalla firma di un contratto per la costruzione della prima centrale nucleare egiziana. In una dichiarazione alla stampa trasmessa dalla televisione pubblica egiziana, Putin ha chiesto una ripresa dei negoziati israelo-palestinesi, in particolare su Gerusalemme, che Washington ha appena riconosciuto come la capitale di Israele. Il presidente russo ha chiesto “una ripresa immediata dei negoziati diretti israelo-palestinesi su tutte le questioni controverse, incluso lo status di Gerusalemme”. La scelta Usa è stata criticata dalla comunità internazionale, in particolare nel mondo arabo, dove ha suscitato numerose proteste. Da mercoledì, gli scontri nei territori palestinesi hanno causato la morte di quattro palestinesi e oltre 1.000 feriti. Nel frattempo, però, il Cairo e Mosca hanno firmato un contratto definitivo per la costruzione della prima centrale nucleare egiziana nel nord del paese. Il documento è stato siglato dal ministro dell’Elettricità egiziano Mohamed Chaker e dal capo del gigante nucleare russo Rosatom, Alexey Likhachev. Putin è poi arrivato in serata ad Ankara. Accolto da Erdogan che parla alla fine dei negoziati, ma lascia a lui la conclusione, pesante e polemica nei confronti della Casa Bianca. Quasi il punto finale di quell’asse che oggi con questo tour Putin ha tracciato, nonchè un messaggio all’elettorato. E non solo a lui. askanews

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