La crisi in Venezuela approda alla Camera. Salvini: Maduro è fuorilegge, ora elezioni

5 febbraio 2019

La crisi in Venezuela approda in parlamento. Il 12 febbraio alle 11 si terranno nell’Aula della Camera comunicazioni del ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi sulla situazione in Venezuela. Al termine dell’intervento del ministro verranno votate risoluzioni in Aula. L’Italia non e’ l’unico Paese Ue a non aver riconosciuto Juan Guaido’ come presidente ad interim del Venezuela. Ma e’ pero’ vero che noi siamo l’unico grande Stato europeo a non averlo fatto. Non solo, siamo stati anche gli unici ad aver posto il veto su un documento comune dell’Unione europea in appoggio allo stesso Guaido’.

E intanto, in merito, il vice premier, Matteo Salvini, marca sempre più le distanze dai suoi alleati pentastellati. “Maduro e’ fuorilegge: affama, incarcera e tortura il suo popolo. Spero in elezioni libere e democratiche il prima possibile – tuona il ministro dell’Interno -. Sono vicino ai milioni di italiani, e discendenti di italiani, che vivono, resistono e soffrono in Venezuela”. Ma di elezioni anticipate, non vuol sentirne parlare proprio Nicolas Maduro. In un’intervista, il presidente eletto del Venezuela, ma tanto contestato per presunti brogli, ha sottolineato che le uniche elezioni all’orizzonte sono le legislative del 2020. Al canale tv russo RT, ha evidenziato che “in Venezuela non c’e’ deficit di elezioni”.

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Il problema per l’opposizione venezuelana, ha proseguito, “non e’ che ci sia una elezione in piu’. Ne abbiamo fatte 25 in 20 anni. E negli ultimi 18 mesi abbiamo votato sei volte. E ricordo che le presidenziali del 2018 sono state anticipate su richiesta dell’opposizione”. Nell’intervista Maduro ha detto di considerare necessario “esigere che si metta fine (…) al blocco economico, finanziario e commerciale contro il Venezuela”, affinche’ si liberino risorse del Paese “sequestrate nel mondo” e possano essere utilizzate per una ripresa economica nazionale. Una ventina di Paesi europei hanno riconosciuto il presidente del parlamento veneuzelano Juan Guaido, autoproclamato “presidente ad interim” in attesa di elezioni. Ma anche il presidente Nicolas Maduro può contare su sostegni internazionali, e di peso.

PRO-GUAIDO’

Venti Paesi dell’Ue hanno riconosciuto Guaidò. Sono Germania, Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Danimarca, Spagna, Estonia, Finlandia, Francia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Regno unito e Svezia. Il Parlamento europeo ha riconosciuto Guaidò il 31 gennaio. Gli Stati uniti, capofila della rottura con il regime di Maduro, il 23 gennaio.

Sostengono apertamente Guaidò anche Canada, Australia, Israele, Georgia e Islanda. In Sudamerica il leader dell’opposizione è appoggiato da Brasile, Colombia, Argentina, Cile, Costa rica, Guatemala, Honduras, Panama, Paraguay.

NE’ CON GUAIDO’ NE’ CON MADURO

L’Italia ha fatto appello a nuove elezioni presidenziali, non riconoscendo l’elezione di Maduro. Ma non ha riconosciuto Guaidò. Similmente, la Grecia ha detto di sostenere nuove elezioni presidenziali, non riconoscendo però Guaidò come presidente ad interim. Altrettanto la Norvegia. Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha ribadito la sua offerta di “buoni uffici ai due campi per essere in grado, a loro richiesta, di aiutarli a trovare una soluzione politica”.

PRO-MADURO

La Russia ha espresso “sostegno alle autorità legittime del Venezuela”, denunciando le ingerenze esterne. Altrettanto ha fatto la Cina.
Gli altri paesi che sostengono Maduro sono Cuba, la Corea del Nord, la Bolivia e la Turchia.

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