La prima di Cyrano con Barbareschi apre il centenario dell’Eliseo

1 novembre 2018

Parterre d’eccezione per la prima di “Cyrano de Bergerac” di Edmond Rostand, che segna l’apertura ufficiale della stagione del Teatro Eliseo di Roma nell’anno del suo centenario, con il direttore artistico Luca Barbareschi, protagonista nel ruolo del grande spadaccino-poeta. Fra gli altri, hanno assistito alla première il ministro dell’Economia Giovanni Tria con la moglie Maria Stella Vicino, gli attori Pierfrancesco Favino e Anna Ferzetti, Christian De Sica e la moglie Silvia Verdone, Fausto e Lella Bertinotti, Pamela Villoresi, Gabriele Lavia, oltre alla moglie di Barbareschi Elena Monorchio con l’amica Livia Azzariti.

Leggi anche:
Inondazioni in Cina, villaggi allagati: 100mila sfollati

Lo spettacolo, con la regia di Nicoletta Robello Bracciforti, porta in scena fino al 25 novembre la storia del leggendario personaggio dall’enorme naso, perdutamente innamorato della cugina Rossana, stregata a sua volta dal fascino di Cristiano, a cui Cyrano propone un ingegnoso piano per conquistarne il cuore. Un testo tragico e sempre attuale, perché tocca temi esistenziali che accompagneranno sempre l’uomo, come ha spiegato Barbareschi: “Ci sono due momenti belli nello spettacolo, uno è quando Cyrano va a trovare nel quinto atto la donna che ha amato, e lui che avrebbe voluto vincere la vita sfidando a duello tutti, viene ucciso alle spalle, tradito alle spalle. E questa è una metafora bellissima, perché la vita ti tradisce, una malattia, è vita che è terribile e la partita non è mai alla pari, si perde sempre alla fine qualcosa. Ed è la stessa frase che dice de Guiche, quando sei nel pieno del fulgore e dell’entusiasmo della tua vita non capisci che in quel momento già qualcosa sta finendo”.

Leggi anche:
Gli Usa approvano gli aiuti per Ucraina, Israele e Taiwan:

Una grande impresa produttiva, con 25 attori in scena e una scenografia su tre livelli, tra scale, botole e quadri alle pareti che esalta la struttura dello storico teatro. “Tutti lo immaginano come un testo scitto nel ‘600, ma la sua vera collocazione storica è la fine dell’800. E’ un testo pieno di ferite e viene messo in scena in una edizione nuova. Io ne ho curato l’adattamento e in parte la traduzione, ho cercato di rinnovare per quanto possibile il linguaggio, perché siamo nel 2018, ma lo mettiamo in scena come è stato scritto, in versi martelliani”. Nel cast tra gli altri Linda Gennari, Duilio Paciello, Thomas Trabacchi, Duccio Camerini, Massimo De Lorenzo e gli allievi del corso di Recitazione della Scuola d’arte Cinematografica Gian Maria Volonté.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti