La distensione di Casa Italia, parla il nordcoreano Ung Chang

12 febbraio 2018

La distensione tra le Coree durante questi Giochi olimpici invernali corre sul filo dello sport, dalla sfilata comune alla cerimonia inaugurale fino agli incontri a Casa Italia, dove Mario Pescante, rappresentante del Comitato Olimpico alle Nazioni Unite, tesse la sua trama di dialogo con passione. Portando ospiti come Ung Chang, unico membro nordocreano del CIO, già capitano della nazionale di basket di Pyongyang e importante dirigente sportivo nel Paese di Kim, che ha parlato dell’ipotesi di candidare la squadra unita coreana di hockey su Ghiaccio al premio Nobel per la Pace. “E’ una bellissima idea, splendida”, ha detto con convinzione. “In questi Giochi di PyeongChang – ha aggiunto Ung Chang -abbiamo visto la squadra coreana unita nell’hockey su ghiaccio e io spero che questa cosa si possa estendere, perché le Olimpiadi e lo sport superano qualunque differenza tra di noi. Lo sport, ma anche l’arte, la danza e la musica superano la politica”.

I cronisti, poi, hanno chiesto a Ung se a Tokyo 2020 vedremo un’unica rappresentativa delle due Coree. “Lo spero – ha risposto in buon inglese – ci sono ancora ovviamente delle differenze politiche, ma prima o poi io sono certo che supereremo tutte le difficoltà nello spirito olimpico”. La politica e lo sport – ha aggiunto Ung Chang – “sono ancora lontani, il nostro primo team unificato risale al 1991, nel tennis da tavolo ai Mondiali, poi è successo a Sydney. Ma successivamente le differenze politiche non lo hanno reso possibile in altre occasioni. Io sono un uomo di sport e dico che tra lo spirito olimpico e la politica ci sono ancora dei divari”. In conclusione il membro del CIO nordcoreano ha espresso anche il suo giudizio sulle Olimpiadi invernali in corso: “Qui a PyeongChang va tutto molto bene – ha detto sorridendo – è un posto eccellente per le Olimpiadi, a parte il freddo e la tosse”.

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