La doppia vittoria di Musumeci e la rabbia grillina. Per Fava, manna dal cielo

La doppia vittoria di Musumeci e la rabbia grillina. Per Fava, manna dal cielo
Il governatore della Sicilia, Nello Musumeci
7 novembre 2017

Nello Musumeci è il nuovo presidente della Regione Siciliana. Nel centrodestra è passata la linea “tutti dentro poi si discute, dobbiamo vincere”. E ora, è arrivato il momento di discutere, perché il primo confronto sarà quello sulla formazione del nuovo governo. E non saranno certo rose e fiori. Sul fronte opposto, la linea del centrosinistra-sinistra sembra sempre la stessa: colpire l’avversario interno piuttosto che vincere. Nel caso specifico: meglio perdere senza Renzi che vincere con lui. E così è andata, in quanto né ha vinto Fabrizio Micari, lanciato nell’arena dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e abbandonato a se stesso da Matteo Renzi; né Claudio Fava, sponsorizzato dagli ex scissionisti dem, capeggiati da Bersani & C. Il Movimento Cinquestelle, invece, non è riuscito a portare a Palazzo d’Orléans Giancarlo Cancelleri. Il geometra s’è piazzato alle spalle di Musumeci con circa il 35% dei consensi, 5 punti percentuali in meno del suo concorrente eletto. Ma non solo è riuscito a essere è il primo partito in Sicilia, ma il M5s ha raddoppiato i voti del 2012. Non solo. Cancelleri ha ottenuto circa il 7% di voti in più della stessa lista grillina, grazie al voto disgiunto su un’unica scheda elettorale, incassando, di fatto, voti di entrambi gli schieramenti. Le urne bocciano il partito di Angelino Alfano. Ap, infatti, è sparito dal parlamento siciliano. Alleanza popolare, infatti non ha superato la soglia del 5% prevista per l’accesso all’Ars. Con Alfano, esce anche Giampiero d’Alia con la sua formazione politica, nata dalla scissione dell’Udc di Cesa che, invece, in Sicilia risorge. La batosta al Pd è forte, nonostante lo stesso partito avesse consapevolezza di non farcela. Micari ha preso meno voti del centrosinistra, il che vuol dire che il rettore è risultato una candidatura poco competitiva. E così ad ancora a spoglio in corso, lo sconfitto ha annunciato che ritornerà a fare il rettore di Palermo.

Il partito di Renzi ha ottenuto poco o più del 13 % di consensi, la metà dei Cinquestelle. E subito è iniziato il gioco dello scarica barile. Di certo la spaccatura nel centrosinistra è giovata a Fava che, proprio grazie agli ex scissionisti dem, come manna dal cielo, s’è trovato una mattina candidato governatore, portando la sinistra dopo quindici anni al parlamento, Nel centrodestra c’è aria di festa. Di certo, il vero collante per la coalizione è stato Musumeci che esce da questa tornata elettorale due volte vincente: da governatore e da capo di un partito, Diventerà Bellissima che conquistando il 6% approderà all’Ars. La vittoria del centrodestra, è stata anche sigillata dalla tre giorni in Sicilia di Silvio Berlusconi, che, come si dice in questi casi, ci ha messo la faccia. I sondaggisti sostengono che la visita del Cavaliere nell’Isola si può tradurre in due punti percentuali. Di certo, Forza Italia ha ottenuto un buon 17% circa che gli rafforza la leadership della coalizione. Anche l’Udc di Cesa entra all’Assemblea regionale. Successo anche per Noi con Salvini-Fratelli d’Italia, che superando abbondantemente lo sbarramento, i due leader della destra avranno i loro parlamentari. Il dato all’armante è che in Sicilia è stato eletto un governatore con meno di 800mila voti, poco o più di un sesto degli aventi diritto. Basti pensare che il 53% dei siciliani è rimasto a casa. Cifra che di certo non può considerarsi una vera e propria rappresentanza del popolo siciliano. E questo, si vedrà di certo soprattutto al parlamento.

 

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