La Francia torna alle urne, Macron ora tenta la scalata all’Assemblea nazionale

La Francia torna alle urne, Macron ora tenta la scalata all’Assemblea nazionale
10 giugno 2017

Un mese dopo aver portato alla vittoria Emmanuel Macron alle presidenziali del 7 maggio, i francesi domani tornano alle urne per rinnovare l’Assemblea nazionale e, se i sondaggi si riveleranno corretti, moltissimi volti nuovi si affacceranno dagli scranni di Palais Bourbon, sede della camera bassa del Parlamento francese. Nel corso di questi ultimi giorni, ciò che appariva quasi impossibile appena poche settimane fa – vale a dire che anche con la vittoria dell’Eliseo in tasca il neo partito di Macron, la République en Marche, ancora poco radicato nel territorio, potesse addirittura garantire una maggioranza presidenziale – si sta delineando invece come l’ipotesi più probabile, siglando un trionfo per il 39enne capo di stato francese. Trionfo che potrebbe essere oscurato solo dal tasso di astensione, che si annuncia molto elevato. Gli ultimi sondaggi vedono la formazione di Macron largamente in testa. Gli ultimi rilevamenti segnalano La République en Marche (REM) al 30%, la destra Les Républicains al 20%, il Front national al 18%, la sinistra radicale La France insoumise di Jean-Luc Mélenchon al 12,5%, e solo all’8% il Partito socialista dell’ex presidente François Hollande. Con questi dati, Macron, assieme ai Modem di François Bayrou, otterrebbe una salda maggioranza in parlamento, strappando tra i 385 e i 415 seggi, sui 577 totali.

“Persino una capra avrebbe oggi buone chance di essere eletta, se nelle liste di Macron”, ha affermato Christophe Barbier, commentatore politico fra i più ascoltati. All’inizio della corsa, è stato un plotone di 19.000 francesi a proporsi per entrare nelle liste di Macron. Una giuria interna del REM ne ha intervistati 1.700 per sceglierne poi 520, la metà donne, la metà neofiti in politica; solo 28 sono deputati uscenti. In ogni caso, qualunque sarà il suo colore, la composizione della nuova Assemblea sarà molto diversa da quella uscente, una rivoluzione paragonabile solo a quella del 1958, per le prime legislative della V Repubblica: l’indebolimento dei partiti tradizionali, l’emersione di una nuova generazione di deputati e il divieto del cumulo di mandati (di incarichi regionali e nazionali) darà un nuovo volto al Parlamento. Circa 225 deputati, vale a dire il 40%, hanno deciso di non ripresentarsi preferendo il mandato locale: di questi un’ottantina di socialisti e una cinquantina di Republicains. In totale i candidati che correranno al primo turno sono 7.877 mentre erano 6.541 cinque anni fa. L’età media è di 48 anni e un po’ più del 42% sono donne. La vera incognita di questo voto è quella della partecipazione al voto. Secondo un sondaggio Odoxa-Dentsu Consulting per Le Point, potrebbe toccare addirittura il 52% al primo turno, cinque punti in meno che nel 2102.

Leggi anche:
Decarbonizzare e non delocalizzare, l'Ue approva nuove norme per industria 
Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti