“La guerra dei cafoni” Barletti-Conte: favola su lotta di classe

21 aprile 2017

Due bande di adolescenti che si fronteggiano in un territorio sospeso, quasi magico, dove non esistono adulti: è “La guerra dei cafoni” di Davide Barletti e Lorenzo Conte, nei cinema dal 27 aprile, tratto dal libro di Carlo D’Amicis. Il film racconta un vero e proprio scontro di classe tra due bande di ragazzini, i figli dei ricchi e quelli dei contadini, in un luogo remoto della Puglia alla fine degli anni Settanta, come spiegano i registi. “A noi ci interessava raccontare quello, ma poi raccontare una favola anche, e da quello un po’ si differenzia anche dal libro: il film ha preso più una deriva quasi magica, di un racconto per ragazzi proprio”.

Gli interpreti sono 24 ragazzini alla prima esperienza cinematografica, selezionati in tutta la Puglia. “Ci ha sorpreso la naturalezza della recitazione, che abbiamo tanto cercato, favorita sicuramente dal dialetto. Al di là delle battute Il lavoro è stato far proprio un copione blindato e forte. Il nostro non è un film di silenzi, di atmosfera, ma ci sono dialoghi molto serrati e vedere come i ragazzi si sono appassionati alla sceneggiatura, ai tempi della recitazione, però mantenendo una loro spontaneità, è stata forse la sorpresa più grossa”. “La guerra dei cafoni”, grazie anche alla sua originalità, al suo alternare toni di commedia e racconto epico, ha entusiasmato i ragazzi che l’hanno visto in anteprima all’ultimo festival di Roma. “Noi amiamo dire che il nostro è un film per ragazzi, un film per adulti, per il figlio accompagnato dal padre e dalla madre: ognuno poi può trovare uno spunto di interesse”.

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Intanto “La guerra dei cafoni” sta riscuotendo consensi in vari festival internazionali, da Rotterdam a Pechino, e dopo il passaggio in concorso al festival di Bari verrà presentato a New York e Buenos Aires. L’interesse per un racconto sulla lotta di classe, seppur sotto forma di favola, sembra vivo ovunque. “Per noi è una storia abbastanza universale, abbastanza attuale. Oggi sembra tutto un po’ più statico, più immobile: paradossalmente le cose non sono migliorate ma sono peggiorate. Oggi purtroppo chi è povero rimane povero e chi ha tutto continua ad avere tutto. Quindi secondo me in realtà è una storia ancora attuale”.

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