La Lega torna al governo, ma senza Forza Italia

La Lega torna al governo, ma senza Forza Italia
Umberto Bossi e Matteo Salvini
3 giugno 2018

A sei anni e mezzo dalla caduta del terzo esecutivo Berlusconi, nell’autunno del 2011, la Lega torna al governo: con Matteo Salvini e in alleanza post elettorale con i Cinque stelle. E’ un Movimento molto diverso, quello che si appresta a governare di nuovo il Paese, con il suo leader che ha ‘rottamato’ la parola Nord dal simbolo e rinnovato il partito che fu di Umberto Bossi ispirandosi alle formazioni euroscettiche d’Oltralpe e toccando il record storico dei consensi (17 per cento il 4 marzo).

Fino ad ora, prima con Bossi poi con Roberto Maroni, quando la Lega e’ stata al governo, anche nelle amministrazioni locali, lo ha sempre fatto in coalizione con Forza Italia, nell’alveo del centrodestra. Il 45enne Salvini ha staccato il ‘cordone ombelicale’ da FI e azzardato un ‘matrimonio’ con il Movimento 5 stelle di Luigi Di Maio. L’intesa tra i due leader, entrambi abili nella comunicazione politica sui social, e’ tra i fattori che piu’ ha agevolato la difficile unione. Salvini arriva alla sua prima esperienza di governo – non ha mai ricoperto ruoli ‘esecutivi’ nella sua venticinquennale carriera politica, neanche assessore – con il ruolo di vice presidente del Consiglio e ministero dell’Interno. “Anch’io avevo cominciato cosi” nel lontano 1994″, ricorda l’ex mentore Maroni.

“Su sicurezza, immigrazione, autonomia, lotta alle mafie – i temi principali di cui si occupa il Viminale – Salvini sa cosa fare, e’ una garanzia”, prosegue l’ex governatore. Il ‘capitano’ leghista ha gia’ avuto modo di spiegare il ruolo di ministro dell’Interno che ha in mente. “‘A casa loro’ sara’ una delle nostre priorita’: porte aperte in Italia per la gente per bene, un biglietto di sola andata a quelli che vengono in Ita solo per far casino”. Per quanto riguarda il Def, ha riferito il segretario leghista, “mi sono confrontato con prossimo presidente del Consiglio e chiesto di dare particolare attenzione ai quei 5 miliardi” destinata alle spese per la gestione dell’accoglienza dei migranti. “Voglio dare una bella sforbiciata ai quei cinque miliardi”, ha affermato.

Salvini ha poi spiegato di voler rendere piu’ efficiente il sistema di confisca di beni alla criminalita’ organizzata e che si vede un ministro dell’Interno “a disposizione di tutti i sindaci d’Italia”. Propositi che evocano l’esperienza di Maroni al Viminale (2001-2008). Ma nel governo M5s-Lega, sara’ centrale il ruolo di ‘manovratore’ di Giancarlo Giorgetti, neo sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Al partito di via Bellerio e’ attribuita l’indicazione di otto su 18 ministri, tra cui Giovanni Tria a sostituire Paolo Savona al Tesoro, con quest’ultimo confluito sulle Politiche europee, Marco Bussetti all’Istruzione e Giulia Bongiorno alla Pubblica amministrazione. Per la Lega fondamentali le battaglie sulla tutela del made in Italy, con Gian Marco Centinaio all’Agricoltura, e quella sull’autonomia, con Erika Stefani agli Affari regionali.

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