“La libertà stampa regredisce nel mondo, crolla in Italia”

“La libertà stampa regredisce nel mondo, crolla in Italia”
12 febbraio 2015

La libertà di stampa ha conosciuto “una regressione brutale” nel 2014, conseguenza in particolare delle operazioni terroristiche dello Stato islamico e di Boko Haram: è quanto si legge nel rapporto annuale di Reporter senza frontiere pubblicato oggi. Ma l’Italia, che ha visto “l’esplosione di minacce in particolare della mafia e procedimenti per diffamazione ingiustificati”, è crollata dal 24esimo al 73esimo posto. “C’è stato un deterioramento globale, legato a diversi fattori, con l’esistenza di guerre d’informazione e l’azione di gruppi non statali che si comportano come despoti dell’informazione”, ha dichiarato Christophe Deloire, segretario generale di Rsf. “Il 2014 è stato un anno di regressione brutale per la libertà d’informazione. I due terzi dei 180 Paesi” classificati da Rsf “hanno fatto meno bene dell’anno precedente”, si legge nel rapporto. Q

ITALIA Quanto all’Italia, Reporters senza frontiere riferisce che nei primi dieci mesi 2014 si sono verificati 43 casi di aggressione fisica e sette casi incendio doloso a case o auto di giornalisti. I processi per diffamazione “ingiustificati”, secondo Rsf, nel nostro Paese sono aumentati da 84 nel 2013 a 129 nei primi dieci mesi del 2014. Per il quinto anno consecutivo, la Finlandia conserva il primato del Paese più virtuoso, davanti a Norvegia e Danimarca. Tra i Paesi dell’Ue, la Bulgaria è quello più indietro (106esima posizione). Gli Stati Uniti si trovano al 49esimo posto, la Russia al 152esimo, appena davanti alla Libia (154). I Paesi più pericolosi al mondo per i giornalisti sono risultati invece l’Eritrea (180esimo posto), la Corea del Nord (179), il Turkmenistan (178) e la Siria (177). In questo speciale indice di Reporter senza Frontiere, l’Iraq occupa il 155esimo posto, la Nigeria (dove agisce Boko Haram, ndr) il 111esimo. “Da Boko Haram al gruppo dello Stato islamico, passando per i narcotrafficanti latini o la mafia siciliana, le motivazioni variano ma il modus operandi è lo stesso: ridurre al silenzio attraverso la paura o la rappresaglia”, ha insistito Reporter senza frontiere.

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti