La Nuova Caledonia ha detto “no” all’indipendenza dalla Francia

La Nuova Caledonia ha detto “no” all’indipendenza dalla Francia
4 novembre 2018

Le isole nel Pacifico della Nuova Caledonia hanno votato oggi per rimanere parte della Francia in un referendum sull’indipendenza in uno degli avamposti strategici di Parigi in una regione importante. La Nuova Caledonia si trova a circa 18mila km dalla Metropoli. Ma oltre a avere una riserva di circa un quarto quarto delle riserve mondiali di nickel, rappresenta un piede della Francia in una regione dove la Cina sta aumentando sempre più la sua influenza.

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Al voto s’è recato oltre l’80 per cento degli aventi diritto, un’affluenza importante. Il risultato è stato un po’ inferiore alle attese per la Francia, con il 56,4 per cento degli aventi diritto che ha respinto il quesito sull’indipendenza e il 43,6 per cento a favore. Tuttavia il risultato per la Francia è una vittoria importante per Parigi, sottolineata dall’entusiasmo del presidente Emmanuel Macron, che ha espresso “orgoglio” per un “passo fatto assieme”. Nel territorio vivono qualcosa come 269mila persone, europei e kanak. Teatro di un passato coloniale violento, è possedimento francese dal 1853.

Tra il 1984 e il 1988 la Nuova Caledonia è stata interessata da un’insurrezione indipendentista kanak, nella quale sono morte 70 persone. L’episodio più pesante fu nel 1988 la presa di ostaggi nella grotta di Ouvéa: alla fine morirono 19 militanti kanak e sei soldati. A giugno dello stesso anno fu firmato a Matignon un accordo. Da allora Parigi ha tentato di procedere a un riequilibrio sociale ed economico tra la popolazione melanesia kanak e quella europea, conosciuta come caldoche. Nel 1998 fu firmato un nuovo accordo nelal capitale della collettività francese d’oltremare, Numea. Questo accordo prevedeva la possibilità di un referendum al massimo 20 anni dopo.

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Gli elettori erano chiamati a rispondere con un semplice “sì” o “no” al quesito: “Volete che Nuova Caledonia acceda alla piena sovranità e divenga indipendente?”. L’accordo di Numea ha limitato il corpo elettorale referendario a 174mila elettori circa, considerati quelli più “interessati” al territorio caratterizzato da una forte immigrazione di passaggio, su un totale di 210mila elettori perl le altre elezioni. Per votare era necessario dimostrare di essere di essere residenti almeno dal 31 dicembre 1994. La Caledonnia è iscritta nei paesi dal decolonizzare dell’Onu. Osservatori internazionali hanno sorvegliato lo scrutinio. Tutti i sondaggi davano per vincitore il “no”, con una forchetta che andava dal 63 al 75 per cento.

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