La nuova destra parte dalle icone: “Via la Fiamma dal simbolo di Fratelli d’Italia”

La nuova destra parte dalle icone: “Via la Fiamma dal simbolo di Fratelli d’Italia”
1 agosto 2016

di Carlantonio Solimene

meloni“Via la Fiamma dal simbolo di Fratelli d’Italia”. A dirlo è Giovanni Donzelli, membro dell’esecutivo nazionale del partito guidato da Giorgia Meloni. E della leader amico da anni, facendo parte a pieno titolo a quella “generazione Atreju” forgiatasi nel corso dell’evento settembrino della destra giovanile voluto e organizzato per due decadi proprio da Giorgia. Ed è la stessa formazione politica di Donzelli, che nella destra muove i primi passi a metà anni ’90, a ispirargli probabilmente la voglia di rompere una volta per tutte con gli schemi del passato, di aprirsi a un elettorato che “non comprenda solo chi votava An”, di mettersi alle spalle, anche iconograficamente, le vecchie vestigia politiche. Donzelli ha affidato i suoi pensieri a un lungo post sul suo blog. Nel quale non si limita ad affrontare questioni “iconiche”, ma anche nodi politici. “L’ex centrodestra non esiste più – esordisce – e credo che per noi di Fratelli d’Italia sia il momento di iniziare a immaginare una nuova fase”. “Dobbiamo ridisegnare i nostri confini – insiste – dobbiamo riuscire a far decollare il potenziale immenso che finora non si è espresso compiutamente”. Per farlo, aggiunge, “è necessario abbattere qualche totem e superare qualche resistenza mentale”.

È qui che arriva il punto che, probabilmente, nel partito farà molto discutere: “Personalmente credo sia arrivato il momento di consegnare definitivamente alla storia l’esperienza di Alleanza Nazionale. È ormai un feticcio che ci distrae dall’immagginare il futuro. Anche graficamente credo sia utile immaginare un logo senza richiami al passato e capace di comunicare apertura e non una serie di chiusure concentriche. Fratelli d’Italia con un leader come Giorgia Meloni deve e può parlare a tutti gli Italiani. Non solo a chi votava AN”. E ancora “La destra deve ovviamente essere vicina agli ultimi, ma deve anche essere punto di riferimento per chi con capacità, sacrifici e ingegno sta tenendo in piedi l’Italia. C’è un mondo di liberi professionisti che nessuna forza politica considera più, ma sono loro con le proprie capacità a tenere in piedi la rete economica dell’Italia che sopravvive”. Infine, un passaggio sui modelli stranieri: “La destra che ha a cuore prima di tutto l’Italia guarda ovviamente con disprezzo a chi si inginocchia alla Merkel e attende ordini. Ma non può nemmeno cadere nell’errore di sostituire la sudditanza psicologica con la Merkel con una sudditanza parallela con Marine Le Pen. Abbiamo Giorgia Meloni, il miglior leader al momento in campo nel centrodestra, giochiamoci la partita senza timori e senza autochiuderci in recinti”. Il dibattito su quello che dovrà diventare Fratelli d’Italia è aperto da settimane. Ultimamente il partito della Meloni ha sottoposto a militanti e iscritti diversi “sondaggi” via mail.

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Sulla questione della alleanze, i simpatizzanti si sarebbero espressi per un asse sempre più forte con la Lega ma conservando le proprie specificità (tradotto: sì al listone comune, no al partito unico) mentre sul simbolo la maggioranza dei militanti si sarebbe detta pronta ad archiviare la stagione di An ma assai più restia a cancellare la Fiamma che ricorda il sempre rimpianto Movimento Sociale. È, in ogni caso, materia da congresso. E Donzelli a Il Tempo svela che il tanto agognato momento starebbe per arrivare. “La nostra intenzione è di celebrarlo subito dopo il referendum. Inizialmente pensavamo a novembre, ma se Renzi continua a rinviare il momento del voto…”. L’assise si potrebbe tenere in ogni caso entro la fine del 2016. E l’intenzione sarebbe quella di organizzare una fase costituente il più aperta possibile. Che coinvolga, quindi, anche chi si è schierato con le liste civiche che alle amministrative hanno affiancato Fratelli d’Italia (a partire dalla romana “Con Giorgia”) e chi ha aderito al progetto Terra Nostra. Sulla leadership non dovrebbero esserci discussioni: difficile immaginare avversari per la Meloni. Sul resto, sul progetto politico e sul simbolo, Donzelli ha solo inaugurato una discussione che si annuncia molto lunga.

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