La polizia britannica ammette, c’era un nostro infiltrato tra i black bloc

La polizia britannica ammette, c’era un nostro infiltrato tra i black bloc
16 aprile 2017

La polizia britannica, incalzata da una commissione parlamentare d’inchiesta, ha ammesso: tra i black bloc che devastarono Genova, durante il G8 del 2001, c’era un loro infiltrato, denominato Rod Richardson, immortalato anche da una fotografia. La notizia e’ riportata dal ‘Secolo XIX’. Rod Richardson – scrive il quotidiano genovese – era un poliziotto infiltrato, che assunse l’identita’ di un bimbo morto e visse sotto copertura tra i movimenti anarchici inglesi per almeno quattro anni. La rivelazione e’ il risultato di anni di lavoro della commissione guidata dal magistrato inglese Sir Christopher Pitchford, il cui mandato e’ di fare luce sull’uso disinvolto (in alcuni casi c’e’ il sospetto di veri e propri abusi) degli agenti undercover infiltrati dalla polizia britannica, e in particolare dalla Special Political Unity, una sorta di corrispettivo della Digos italiana. Nell’istruttoria sta venendo fuori un po’ di tutto.

Perquisizioni e monitoraggi illegittimi di movimenti politici, agenti che non si capisce esattamente a chi rispondessero e quali funzioni svolgessero, fino ad arrivare a drammi sentimentali: c’e’ chi, sotto nome falso, ha intrattenuto relazioni sentimentali e sessuali, o chi ha fatto un figlio e poi e’ “scomparso”. I magistrati genovesi si chiedono che liberta’ di azione avessero gli agenti sotto copertura, se abbianno commesso reati o agito da provocatori, a chi riferissero e quale fosse la loro missione. A questi interrogaitivi la polizia metropolitana di Londra ha rifiutato di rispondere. Cosi’ come la commissione si e’ vista negare l’accesso alla vera identita’ di Richardson. Il quotidiano inglese The Guardian ha pero’ rintracciato la madre del vero Rod Richardson, nato il 5 gennaio del 1973 e morto lo stesso giorno al St.George Hospital di Tooting, per problemi respiratori o forse perche’ rimasto soffocato dal latte (questa e’ sempre stata la convinzione dei genitori): “Riteniamo che un ufficiale di polizia abbia rubato l’identita’ del bimbo – ha testimoniato l’avvocato della famiglia Jules Carey davanti alla commissione – e che sia stato impiegato sotto copertura almeno dal 2000 al 2003”. Dopo quell’anno infatti parte per un viaggio in Australia e, dopo aver scritto ad alcuni amici che si stabilira’ li’ perche’ la compagna ha trovato un lavoro all’universita’, nessuno ne sente piu’ parlare.

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A certificare il suo passaggio da Genova nei giorni del 2001 ci sono svariate testimonianze e alcune fotografie, fornite da alcuni ex compagni di lotta, sotto choc dopo la rivelazione dell’identita’ del finto attivista. Una delle immagini lo ritrae davanti a un’auto in fiamme in corso Italia, una delle micce che scateno’ successivamente le cariche della polizia, talvolta indiscriminate e indirizzate a parti pacifiche del corteo, mentre i manifestanti del blocco nero, sgattaiolavano per le vie della citta’ in cerca di altri obiettivi. In un’altra foto Richardson appare bardato con le coperture delle tute bianche, in una zona che presumibilmente potrebbe essere compresa tra via Tolemaide e corso Torino. Alcuni ex attivisti hanno raccontato come “Rodders”, soprannome con cui era conosciuto tra nella galassia del “movimento anticapitalista”, fosse un “bravo ragazzo”, particolarmente “sprezzante nel violare la legge e affrontare i poliziotti” negli scontri di piazza. Impossibile o quasi sospettare che fosse un agente: un amico ha ricordato ai media britannici di una serata al karaoke in cui si scateno’ cantando “Firestarter” dei Prodigy.

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