La pubblica amministrazione non paga i fornitori, debiti per 65 miliardi. La peggiore d’Europa

La pubblica amministrazione non paga i fornitori, debiti per 65 miliardi. La peggiore d’Europa
18 agosto 2016

Lo smaltimento dei debiti dell’amministrazione pubblica ai fornitori “rimane ancora un problema irrisolto”. Lo denuncia la Cgia, ricordando che secondo stime della Banca d’Italia i mancati pagamenti della Pa ammontano a 65 miliardi di euro (34 a causa dei ritardi di pagamento e gli altri 31 sono di natura fisiologica), una cifra considerata “sottostimata”. Il timore del coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo e’ che “per rinnovare il contratto dei dipendenti pubblici, per ritoccare le pensioni e per far quadrare i conti pubblici dopo la frenata del Pil si decidesse, tra le altre cose, di ritardare ulteriormente i pagamenti della Pa. Una prassi, quest’ultima, che fino a qualche anno fa ha consentito a molti esecutivi di recuperare ingenti somme di liquidita’, gettando pero’ sul lastrico moltissime imprese”.

“In Europa – segnala il segretario della Cgia Renato Mason – nessuna altra Pubblica amministrazione si comporta peggio della nostra. Sebbene negli ultimi anni le cose siano migliorate, il gap con i nostri principali partner economici rimane ancora molto elevato. In Francia, ad esempio, i fornitori vengono pagati mediamente dopo 58 giorni, nel Regno Unito dopo 30 e in Germania addirittura dopo 15 giorni. La media dei 27 paesi Ue, invece, e’ di 45 giorni”. La Cgia, comunque, ricorda che la cattiva abitudine di pagare in ritardo i propri fornitori non riguarda solo la Pa, ma anche i committenti nei rapporti commerciali tra le imprese private. Secondo l’indagine condotta a livello europeo da Intrum Justitia, nel 2016, “le imprese italiane saldano i propri subfornitori mediamente dopo 80 giorni (peggior risultato a livello europeo), anche se questo lasso di tempo e’ comunque al di sotto dei canonici 90 gironi. Nulla comunque a che vedere con quanto succede in Francia (48 giorni), nel Regno Unito (29 giorni) e in Germania (15 giorni). La media Ue, invece, e’ di 36 giorni: meno della meta’ che da noi”.

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