La Roma vince nel nome di Astori, Di Francesco: Ora lo Shakhtar

La Roma vince nel nome di Astori, Di Francesco: Ora lo Shakhtar
L'allenatore della Roma, Eusebio Di Francesco
10 marzo 2018

Con il cuore rotto dall’emozione per la scomparsa di Davide Astori, ex giallorosso ricordato prima dell’inzio della partita, la Roma supera 3-0 il Torino nell’anticipo della 28esima giornata del campionato di serie A. Dopo un primo tempo complicato, la formazione giallorossa dilaga nella ripresa grazie ai gol arrivati sugli sviluppi di calci piazzati e siglati da Manolas all’11’ e De Rossi al 28′. Il sigillo finale di Pellegrini a tempo scaduto serve solo per arrotondare un risultato che proietta i giallorossi al terzo posto con 56 punti. Sconfitta forse troppo pesante per un discreto Torino, soprattutto nel primo tempo, ma che ha palesato limiti e difetti in fase difensiva, specialmente sulle palle da fermo. “Non abbiamo disputato un buon primo tempo – il commento di Eusebio Di Francesco, tecnico della Roma – ha fatto meglio il Torino, ma anche per nostro demerito. Nella ripresa siamo cresciuti, anche dal punto di vista mentale e fisico. I ragazzi soffrivano il fatto di non riuscire a vincere all`Olimpico, ma per fortuna l`abbiamo sbloccata e poi siamo stati sempre in controllo. Psicologicamente abbiamo superato questo piccolo scoglio che ci bloccava: dobbiamo ancora migliorare su molti aspetti, a volte siamo troppo precipitosi”. Ora tocca alla Champions. “Lo Shakhtar è un`ottima squadra – continua – più brasiliana che ucraina, e noi avremo bisogno dei nostri tifosi, dovremo giocare in dodici. Schick? Non ha fatto bene come il resto della squadra, ma non dimentichiamoci che questi giocatori vanno aspettati. Guardate cosa è successo a Under: Patrick ha qualità importanti e si farà. Rimpianti per il fatto di non giocarci lo Scudetto? Non ho rimpianti: sicuramente abbiamo lasciato qualche punto per strada, ma abbiamo fatto bene e abbiamo ancora tanti margini di miglioramento. Io guardo sempre avanti. Alisson valore aggiunto? Mi hanno chiesto di valorizzarlo e allora ho chiesto ai miei difensori di fargli tirare in porta, qualche volta…”.

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