“La rondine” di Puccini inaugura stagione lirica, presente Mattarella

“La rondine” di Puccini inaugura stagione lirica, presente Mattarella
Il maestro, Gianluigi Gelmetti
9 gennaio 2018

Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica, sarà presente alla serata inaugurale della stagione lirica del Teatro Massimo Bellini di Catania, fissata per il 16 gennaio alle ore 20.30. La presenza del Capo dello Stato, viene a sottolineare l’importanza dell’evento e il retaggio ultracentenario del tempio catanese della musica. Il titolo prescelto è “La rondine” di Giacomo Puccini, capolavoro della piena maturità del genio lucchese. E non è un volo effimero, ma un’autentica Renaissance quella che sta riportando in auge un’opera per molti aspetti innovativa, suscitando consensi sempre più convinti nel panorama operistico internazionale, anche sulla scorta delle celebrazioni per il centenario della prima rappresentazione, avvenuta il 27 marzo del 1917 all’Opéra di Monte-Carlo. In questa rivalutazione s’inserisce autorevolmente il Teatro Massimo Bellini di Catania, che apre la stagione lirica 2018 con una nuova produzione che vede un maestro del calibro di Gianluigi Gelmetti nella doppia veste di direttore e regista. La presenza di una star mondiale qual è il soprano Patrizia Ciofi e di un tenore di chiara fama come Giuseppe Filianoti contribuisce ad accendere ulteriormente l’interesse per un titolo che mancava dal palcoscenico etneo dal 1991 (e anche in quel caso aveva inaugurato il cartellone con un allestimento doc, proveniente proprio dall’Opéra monegasca, con scene e costumi firmate dallo stilista tedesco Karl Lagerfeld).

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Il sipario del Bellini si aprirà su un’edizione che pone l’accento sulla libera determinazione della donna nel perseguire la propria realizzazione, una lettura lungamente meditata da Gianluigi Gelmetti, da qualche mese direttore principale ospite del teatro, tra i primi e più ferventi difensori di questa raffinata commedia lirica in tre atti – su libretto di Giuseppe Adami – che il maestro romano ha inciso con l’Orchestra della Rai di Milano nel 1981. Seguendo una blasonata tradizione che è già stata di Karajan, Gelmetti firmerà altresì la regia di quella che definisce come “l’opera più inquieta, ambigua, attuale e drammaturgicamente più avanzata di Puccini”. L’allestimento si gioverà del magistero scenografico di Pasquale Grossi, che la riporta com’era e dov’era, a Parigi negli anni in cui Puccini la compose, in un fitto gioco di rimandi all’arte figurativa e alle decorazioni d’epoca, mentre la Grande Guerra spegne gli ultimi splendori dell’Art Nouveau.

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