E la Sicilia già prepara il ricorso alla Consulta

E la Sicilia già prepara il ricorso alla Consulta
Il parlamento siciliano
3 gennaio 2019

Sul taglio dei vitalizi, la Sicilia è pronta a dare battaglia. Il parlamento isolano non avrebbe nessuna intenzione di accodarsi al via libera della Camera festeggiato la scorsa estate dai 5stelle con il volo di centinaia di palloncini. Nella terra di Pirandello, la parola d’ordine è “abbiamo già dato” perché il vitalizio a favore degli ex deputati dell’Assemblea regionale è già stato abolito da sei anni, il primo gennaio 2012. Ma nonostante ciò, le casse regionali continuano a pagare un conto da 18 milioni di euro l’anno, un milione e mezzo al mese, per onorare gli assegni ai beneficiari che ne avevano maturato il diritto ai sensi della precedente normativa.

Al momento, sono 319 i beneficiari, tra cui il figlio di Giuseppe Alessi, padre dell’autonomia siciliana, primo presidente della Regione (maggio 1947) e a cui spetta l’assegno di reversibilità. In dettaglio, sono 156 gli assegni vitalizi diretti erogati agli ex deputati per 750.224 euro al mese; 126 gli assegni di reversibilità agli eredi per 572.419 euro mensili; 30 le pensioni dirette erogate con il sistema ‘pro-rata’ per 165.454 euro mensili; 3 le pensioni di reversibilità “pro-rata” per 9.788 euro mensili; 4 le pensioni dirette erogate con il sistema contributivo per 2.832 euro al mese. L’applicazione in Sicilia del taglio ai vitalizi non sarà certo un atto dovuto, per intenderci. Il primo passo cruciale sarà la Conferenza Stato-Regioni dalla quale entro il prossimo 31 marzo dovranno emergere modali e tempi di applicazione dei tagli. Ma c’è anche chi prevede fumata nera, nonostante il governo è pronto a una sforbiciata ai trasferimenti statali alle Regioni se non saranno ridotti i vitalizi. Da qui potrebbero scattare una serie di ricorsi alla Consulta che manderebbero in tilt la macchina amministrativa. Intanto, all’ufficio di Presidenza del parlamento siciliano giace una proposta pentastellata e per la quale, tra molti parlamentari della risicata maggioranza regna lo scetticismo.

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In soldoni, la bozza cinquestelle prevede un dimezzamento dei costi dei vitalizi – dagli attuali 18 milioni di euro a 9 milioni – modificando il regolamento relativo al trattamento pensionistico dei deputati regionali attraverso la rideterminazione della misura degli assegni. Sul fronte politico, se il presidente della Regione, Nello Musumeci, rimanda la palla all’Ars dicendo che “la volontà del Parlamento è sacra”, il presidente dell’Assemblea regionale, Gianfranco Micciché, definisce la proposta pentastellata “un’operazione di vendetta nei confronti della classe politica più che un intervento contro gli sprechi”. A fianco a Micciché si schierano Udc e Forza Italia. Ma i pentastellati isolani non mollano. “In Assemblea regionale – ha dichiarato poco tempo fa il deputato Giancarlo Cancelleri – va in scena l’ennesima pantomima, con Micciché che continua a difendere privilegi medioevali e a subire la storia mentre Roma la scrive”. Ma al di là dei vitalizi, oggi un deputato regionale prende 11mila euro al mese. Ovviamente, pentastellati inclusi.

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