La Sicilia recepisce la Delrio. Capoluogo e città Metropolitana avranno stesso sindaco

La Sicilia recepisce la Delrio. Capoluogo e città Metropolitana avranno stesso sindaco
Il parlamento siciliano
10 maggio 2016

di Enzo Marino

L’Assemblea regionale siciliana recepisce la legge Delrio.  E così passa il cosiddetto “emendamento Ardizzone”, al quale l’Ars ha dato il via libera con 34 voti favorevoli, 27 contrari e un astenuto. In particolare, si tratta dell’emendamento alla legge stralcio sulle città metropolitane e i liberi consorzi dei Comuni. Una maggioranza trasversale è stata raggiunta grazie al voto segreto. Decisivi per l’approvazione della norma sono stati i voti di Forza Italia e del Pid-Cantiere popolare, che hanno votato sì al recepimento della Delrio. I 5 Stelle non hanno votato “per non assecondare le lotte interne e politiche fatte sulla pelle dei lavoratori”. Il voto segreto era stato chiesto in apertura dei lavori da Giovanni Greco del Mpa. In realtà dietro il no alla riforma nazionale c’era un asse che non voleva consegnare automaticamente ai sindaci Leoluca Orlando ed Enzo Bianco la guida dei nuovi enti che gestiranno quasi tutte le risorse nazionali per Palermo, Catania e Messina. La nuova norma, prevede la coincidenza tra il sindaco del capoluogo e quello della città metropolitana, come previsto nella riforma delle province targata Delrio. Una scelta a cui Sala d’Ercole è arrivata dopo l’ennesima impugnativa di Palazzo Chigi, che ha stoppato la legge approvata da Palazzo dei Normanni. Dopo tre tentativi andati a vuoto va in porto la riforma annunciata ormai tre anni fa.

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ARDIZZONE “Siamo arrivati, anche se in ritardo”. Lo ha detto il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone dopo il voto con il quale l’aula ha approvato la norma che prevede la coincidenza automatica dei sindaci dei capoluoghi con quelli delle tre città metropolitane. “Siamo convinti – ha aggiunto Ardizzone, promotore della norma – che tre grandi città insieme alla Regione possano spingere di più sul governo nazionale per avere quello che ci spetta e che ci è dovuto. E’ stato importante anche il dibattito d’Aula. Alla fine ha prevalso la buona politica, anche nel gioco delle parti”.

BIANCO “Sono passati quasi tre anni da quell’ottobre del 2013 quando il Coordinamento Anci dei Sindaci delle Città metropolitane si era riunito a Catania. Allora la Sicilia sembrava poter cogliere prima degli altri questo risultato, invece abbiamo accumulato ritardi che adesso dobbiamo recuperare. A Catania adesso dobbiamo fare squadra e, utilizzando tutti gli strumenti che il Governo nazionale ci ha messo a disposizione, dobbiamo correre, recuperando quello spirito fattivo che ha sempre contraddistinto l’area etnea. Lo afferma il sindaco di Catania, Enzo Bianco.

COLTRARO “Una sconfitta per la Sicilia l’approvazione della riforma per le Province. L’adeguamento integrale alla legge Delrio è una chiara sottomissione del governo regionale allo strapotere romano, il che rappresenta una ulteriore violazione dei principi costituzionali che sono alla base dell’autonomia statutaria siciliana”. Lo dice Giambattista Coltraro, capogruppo di Sicilia Democratica all’Assemblea regionale siciliana, dopo il via libera di Palazzo dei Normanni all’emendamento che recepisce in Sicilia la norma Delrio.

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ANSELMO Finalmente la riforma delle Province è completa: si chiude una fase segnata da troppe incertezze, adesso inizia nuova stagione per i sei liberi consorzi e per le tre città metropolitane”. Lo dicono Alice Anselmo e Giovanni Panepinto, presidente e vicepresidente del gruppo Pd all’Assemblea regionale siciliana, dopo il voto con il quale l’Aula ha recepito la norma Delrio sui sindaci metropolitani. “Un risultato – proseguono i parlamentari democratici – al quale abbiamo lavorato da tempo e che assicura certezza amministrativa e garanzie per i dipendenti. Ora tocca allo Stato erogare le risorse destinate agli enti di area vasta” concludono.

CIMINO “Ora c’è la certezza che il sindaco del capoluogo a Palermo, Catania e Messina sia anche automaticamente il sindaco metropolitano. Auspico, però, che al più presto in Conferenza unificata Stato-Regioni si trovino le soluzioni per evitare ulteriori prelievi forzosi che danneggiano essenzialmente le ex province e i lavoratori di tali enti e delle società partecipate”. Lo dice  Michele Cimino, portavoce e deputato di Sicilia Futura all’Assemblea regionale siciliana.

MUSUMECI “Siamo davanti a un grave deficit di democrazia che di fatto porta ad accordi a tavolino, intese trasversali tra le segreterie dei partiti, accozzaglie e legittimazione di interessi non sempre trasparenti. Ma siamo soprattutto davanti a una violazione palese dello Statuto siciliano, che attribuisce a regione competenze specifiche”. A dirlo è stato il capo dell’opposizione all’Assemblea regionale siciliana, Nello Musumeci, secondo il quale si tratta di “un ignobile ricatto del Governo Renzi. Questa legge e l’emendamento tragicomico votato è una riforma folle che produce solo incertezza sul futuro dei lavoratori e abbandona il territorio”. La riforma a cui Palazzo dei Normanni ha detto sì con voto segreto è “un ricatto del centralismo romano, che piega il prestigio e la dignità di questo parlamento” ha concluso Musumeci.
G. Nov.

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