La “tagliola” di Draghi, Bce dà più soldi alle banche

4 luglio 2014

Mario Draghi lascia i tassi di interesse al livello più basso da quando è nato l’euro, allo 0,15%. Un valore al quale “rimarranno per un lungo periodo di tempo” in linea con le prospettive dell’inflazione. Un’atteggiamento ampiamente scontato dai mercati e dunque poco rilevante. La vera novità che ha sospinto i mercati azionari è stata la spiegazione ufficiale del cosiddetto Tltro, un nuova bazooka di liquidità che potrà arrivare fino a 1000 miliardi sotto forma di nuovi prestiti a lungo termine condizionati alla concessione di credito a famiglie e imprese. Misure che “porteranno a un ulteriore allentamento monetario e supporteranno i prestiti delle banche” alle famiglie e alle imprese. Draghi ha ricordato che le Tltro sono orientate a un atteggiamento “macroprudenziale” e per questo sono condizionate a prestiti all’economia reale che non riguardano il settore immobiliare. Esclusa anche la possibilità di usate la liquidità per acquistare titoli di Stato, considerato da Draghi un atteggiamento “conservativo” per la gestione degli investimenti. “Se le banche non dimostrano di aver prestato i soldi – ha spiegato il numero uno della Bce – dovranno restituirli”.

Draghi ha quindi ricordato che per quanto riguarda l’acquisto di Abs questo riguarderà solo prodotti “trasparenti” e “semplici” e quindi saranno esclusi i derivati. Cambierà anche il modo di comunicare della Bce che inizierà a pubblicare i verbali delle riunioni dei direttivi di politica monetaria, sul modello delle minute della Federal Reserve, a partire dal gennaio 2015. Un modo per meglio chiarire quali posizioni prendono i paesi Ue sulle decisioni di politica monetaria. Finora infatti sono solo le indiscrezioni e le mezze ammissioni dei membri del board a spiegare quali sono le posizioni tra rigoristi e quelli che hanno idee più accomodanti. Inoltre la frequenza delle riunioni del direttivo della Bce cambierà a partire dal gennaio 2015 e si terranno ogni sei settimane. “Non abbiamo – ha detto Draghi – l’intenzione di sincronizzare i vertici della Bce con quelli della Fed e di nessun altro. Avremo semplicemente un nostro nuovo ciclo di riunioni”. Consigli di politica monetaria troppo frequenti, secondo Draghi, suscitano “reazioni dei mercati che non hanno a che vedere con i fondamentali dell’economia”.

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