La Turchia nel caos: da golpe fallito al pastore Brunson, a crollo della lira

10 agosto 2018

Il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, da mesi invita i propri connazionali a cambiare “i risparmi in dollari e in oro nascosti sotto il materasso in lire turche”, per frenare la caduta della valuta nazionale. La strategia non sembra aver portato frutti, alla luce di una perdita di valore rispetto al dollaro di piu’ del 30% negli ultimi 8 mesi e di circa il 55% negli ultimi 2 anni.

Il dollaro infatti mai aveva superato le 3 lire turche di valutazione prima di luglio 2016, mentre e’ di questa mattina la valutazione record di 6,41, un record durato fino al pomeriggio, quando servivano 6,52 lire turche per eguagliare il valore di un dollaro. Discorso simile per l’euro, valutato 2,6 lire turche nel gennaio 2015 e 3,7 a fine 2016. Praticamente l’inizio della fine, con la valutazione di 5 lire turche abbattuta a marzo scorso e una cavalcata arrivata fino al valore record di 7,36.

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E’ un crollo verticale, accelerato in seguito alla decisione di sanzionare i ministri turchi degli Interni e della Giustizia, titolari dei ministeri ritenuti responsabili della detenzione del pastore evangelico Andrew Brunson, in carcere in Turchia dall’ottobre 2016 con l’accusa di spionaggio e recentemente passato agli arresti domiciliari: passo definito “positivo ma non sufficiente” dalla Casa Bianca, che ne pretende la liberazione immediata. Si tratta di sanzioni simboliche, ma che hanno avuto immediati effetti sui mercati, accelerando una caduta che prima lenta seppur graduale.

Era tuttavia impossibile pensare che Ankara cedesse su Brunson, considerando i faldoni che da mesi viaggiano attraverso l’Oceano Atlantico per convincere Washington a consegnare alla Turchia Fetullah Gulen, l’imam e miliardario turco riparato negli Usa nel 1999 e ritenuto in Turchia la mente del golpe fallito il 15 luglio 2016. “Il governo ha gia’ discusso dei provvedimenti da porre in atto in caso la situazione peggiorasse, ma non accettiamo minacce”, ha detto oggi Erdogan invitando i suoi a serrare i ranghi.

La situazione potrebbe peggiorare, ma su Brunson non cedera’. A tutto questo si aggiunge il braccio di ferro sulle sanzoni all’Iran: la Turchia ha voluto prendere le distanze di Washington, che ha chiesto al mondo di non intrattenere relazioni economiche con la Repubblica islamica, e fatto sapere che continuera’ a fare affari con Teheran.

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