L’addio di Marchisio: “La testa c’era, il corpo non girava più”

L’addio di Marchisio: “La testa c’era, il corpo non girava più”
Claudio Marchisio
3 ottobre 2019

“Avrete immaginato il perché vi ho chiesto di venire qui oggi. Ho deciso di ritirarmi, è stata una decisione ponderata, ma difficile. Ho scelto un luogo come questo per annunciarlo. Volevo farlo a casa mia, ma non ci stavamo tutti quanti, quindi ringrazio la Juventus che mi ha concesso questo luogo speciale”. Sono le parole con cui Claudio Marchisio allo Stadium ha annunciato il suo ritiro dal calcio giocato. “Ho passato una notte insonne, ho scelto la parola sogno per descrivere questa mia avventura. Il sogno di un bambino, il sogno di un ragazzo che intuisce di avere talento. Serve anche dedizione, lavoro e anche fortuna. Io fortuna ne ho avuta tanta, a trovarmi al posto giusto al momento giusto e prendere quel treno che passa una volta e avere sempre persone che mi hanno accompagnato. E mi hanno regalato emozioni e momenti indimenticabili dentro e fuori dal campo”, ha aggiunto l’ex centrocampista della Juventus.

“E’ stato un sogno che ho vissuto con tutto me stesso e quel me stesso l’ho messo in ogni allenamento, in ogni partita, in ogni società con cui ho giocato. La Juve, l’Empoli e poi lo Zenit. Quest’estate per me è stato un periodo difficile, complicato. Perché ero dentro una riabilitazione e dentro di me era scattato qualcosa. Cercavo di recuperare, tornare in campo, ma mi rendevo conto che la mia testa voleva fare qualcosa, ma il mio corpo non reggeva più come volevo. Lì cominciano le domande, vorresti dare tutto te stesso, essere quello che sei sempre stato, ma devi ragionare. E se non puoi dare quello che ha sempre dato era giusto arrivare a questa decisione. Non è importante l’età, è importante quello che senti veramente dentro”, ha spiegato Marchisio.

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L’ex giocatore 33enne di Juventus e Zenit ha ricevuto varie offerte questa estate. “Negli ultimi mesi sono arrivate anche offerte importanti da altri continenti e da altri Paesi dove c’era grande interesse, ma dentro di me sapevo che non potevo rispettare quello che è Claudio, ossia quello che voleva dare tutto sé stesso. Da lì sono arrivato a questa decisione”, ha aggiunto il ‘Principino’, emozionato di essere di nuovo nella casa bianconera. “Ritrovandomi qui mi arrivano grandi emozioni, perché dentro il mio sogno ho vissuto tantissimi momenti scritti qui vicino, al Museum. Tutt’ora c’è la mia prima medaglia, il mio primo scudetto. Ho vinto tantissimo, con i miei compagni e queste emozioni rimarranno sempre dentro di me. Voglio ringraziare tutti, in primis la mia famiglia che mi è sempre stata vicina, a mia moglie e ai miei figli che sono stati sempre vicino a me”.

Ora Marchisio dovrà decidere cosa fare. “Finisce una parte della mia vita e inizia un nuovo percorso. La mia famiglia mi ha insegnato che non bisogna avere paura del futuro, ma guardarlo con curiosità. Non so cosa farò, negli ultimi anni ho portato attività extracalcio, ma non mi precludo niente. Non se farò l’allenatore o qualche altra cosa. E’ giunto il momento di staccarmi, prendermi un po’ di tempo per la mia famiglia. Ringrazio tutti, voi che siete qui ad ascoltarmi e tutte le persone che mi hanno regalato tanto”. Un unico rimpianto. “Il rimpianto è stato sicuramente quello di non vincere la Champions e non vincere l’Europeo con l’Italia. Quelli sono i due momenti in cui, non aver messo quei trofei in bacheca in quel ciclo, con i rimpianti più grandi. Quando mi sono reso contro che il mio sogno si stava avverando? Ero l’unico felice nell’anno della B, prendevo il treno. Io indossavo la maglia della Juve e il mio sogno si stava coronando e dovevo sfruttare al massimo il mio sogno”.

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