Laureati pronti a partire all’estero

Laureati pronti a partire all’estero
17 maggio 2017

In Italia ci si laurea, in media, a 26 anni, un anno in meno rispetto a dieci anni fa. Ma ci si iscrive all’università un anno in mezzo dopo aver conseguito il diploma di scuola superiore. Inoltre, la maggior parte dei laureati ha una buona conoscenza dell’inglese, aumenta la propensione a lavorare all’estero e il tasso d’occupazione in generale dopo il titolo è del 78%, contro il 65% di chi è in possesso del solo diploma. Sono alcuni dei dati del rapporto Almalaurea 2017, che ha consultato 71 università italiane e oltre 270mila laureati nel 2016. Secondo il rapporto, è aumentata anche la regolarità negli studi: se nel 2006 li concludeva il 34%, nel 2016 la percentuale ha raggiunto il 49%. Ma il voto medio di laurea è sostanzialmente rimasto immutato negli ultimi anni: 102,5 su 110 e 99,6 per i laureati triennali. Interessante notare che il 10,6% dei laureati del 2016 ha svolto esperienze di studio all’estero riconosciute dal corso di studi, (nel 2006 erano il 7,6%), per oltre l’8% utilizzando programmi dell’Unione europea (Erasmus in primo luogo) e per il 2% attraverso altre esperienze riconosciute. Migliora anche l’inglese: la quota dei laureati con una conoscenza “almeno buona” di quello scritto si aggira attorno al 76% e raggiunge l’80% tra i laureati magistrali biennali. E i giovani pronti a partire per lavoro sono il 49%, contro il 38 del 2006. Infine, cresce il numero di stranieri che si laureano nelle università italiane, che secondo i dati Unesco sono al decimo posto nel mondo per attrattività. Se nel 2006 circa due laureati su cento non erano italiani, ora la quota di laureati di cittadinanza estera è del 3,5%.

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