Le connessioni invisibili di Renato Mambor, artista singolare

Le connessioni invisibili di Renato Mambor, artista singolare
10 febbraio 2017

Un protagonista trasversale dell’arte italiana, che ha usato diversi media espressivi e che ha saputo superare gli steccati delle appartenenze. La Galleria del Gruppo Credito Valtellinese nel Palazzo delle Stelline a Milano presenta una ampia retrospettiva sul lavoro di Renato Mambor, artista romano scomparso nel 2014, che è stato una personalità complessa sulla scena artistica italiana dagli anni Sessanta in avanti. La curatrice della mostra, Dominique Stella: “Lui – ci ha spiegato – ha sperimentato tutte le tecniche, ma sempre con l’idea dell’indagine sul reale, sempre con l’idea di scavare per scoprire cosa c’è dietro le apparenze. Questo è il messaggio generale di questa mostra, che comunque lui rappresenta un oggetto e al tempo stesso ti invita a guardare dietro all’oggetto”.

Quello che emerge, in una mostra che riesce, sfruttando anche l’unica lunga navata della galleria, a essere molteplice, è la singolarità di Mambor oltre alla sua consapevolezza di fronte ai momenti della storia dell’arte del suo tempo e ai mezzi espressivi. Così, accanto a lavori che a noi ricordano il minimalismo alla Donald Judd, se ne trovano altri più vicini al New Dada, piuttosto che a un certo filone dell’Arte Povera oltre naturalmente alla nota fase del Pop italiano. Decisivo anche l’elemento ironico, oltre che un approccio che ha guardato anche dal lato dello spettatore. “Nel tempo – ha aggiunto Dominique Stella – Mambor ha poi raffigurato se stesso, come invito a immedesimarsi con l’idea di chi crea, l’idea dell’artista. Ma tu stesso diventi anche elemento partecipativo dell’opera”. La mostra “Connessioni invisibili”, con i suoi 80 pezzi in esposizione, resta aperta al pubblico nel palazzo milanese fino al 25 marzo.

Leggi anche:
Biennale, chiuso padiglione Israele "in attesa cessate il fuoco"

Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti