Le dure condizioni dei migranti fermi da giorni al confine Messico-Usa

29 novembre 2018

Oltre 6mila persone vivono da giorni in un campo improvvisato a Tijuana, in Messico, vicino al confine con gli Stati Uniti. Sono partiti dall’America centrale, la maggior parte dall’Honduras, col sogno di ricominciare una nuova vita negli Stati Uniti. Un sogno che per ora si è fermato qui, a un metro dal muro di confine. Scarseggiano ogni tipo di servizio, a partire da quelli sanitari. Sono già state segnalate diverse epidemie di tubercolosi, influeza, infezioni respiratorie.

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“Qui è pieno ormai, un sacco di gente deve dormire nelle strade perché il campo è pieno”, racconta questo ragazzo, Angel Gonzalez. “Qui siamo un po’ in difficoltà, non possiamo passare dall’altro lato. È dura, quando proviamo a passare il confine ci attaccano con i gas lacrimogeni, noi adulti riusciamo ad affrontarli ma i bambini no”, dice un altro migrante, Felipe Perdomo. Hanno fatto il giro del mondo le immagini di una donna che sul confine fra Messico e Stati Uniti scappa dai gas lacrimogeni tenendo per mano due bambine piccole, diventate il simbolo dell’incapacità di trovare una risposta efficace e umana a una questione tanto complessa.

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