Le prime cause dello schianto di Schiaparelli su Marte. Ma è già pronta la seconda missione sul pianeta rosso

Le prime cause dello schianto di Schiaparelli su Marte. Ma è già pronta la seconda missione sul pianeta rosso
21 ottobre 2016
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A sinistra in basso l’immagine ripresa dal Mars Reconnaissance Orbiter grazie alla Context Camera (CTX) lo scorso 29 maggio. A destra la foto ripresa oggi 21 ottobre, sopra le due foto l’area dove si è schiantata la sonda dell’Esa

L’Agenzia spaziale europea (Esa) ha rilasciato una delle prime immagini, in bassa risoluzione, del sito marziano dove si è schiantato il landing Schiaparelli della sonda euro-russa Exomars, precipitato il 19 ottobre 2016, per un’anomalia al software di bordo, durante la fase di discesa verso Marte. L’immagine, ripresa dalla sonda Mars reconnaissance orbiter (Mro) della Nasa, è una Gif in cui si vede il punto del Meridiani Planum, scelto per l’ammaraggio, ripreso prima e dopo l’incidente; nella seconda immagine si nota un piccolo cratere nero che, secondo gli esperti, è il segno evidente dello schianto del piccolo lander italiano. Secondo Andrea Accomazzo, responsabile delle missioni interplanetarie dell’Esa, Schiaparelli avrebbe rilasciato il paracadute frenante almeno 50 secondi prima del previsto mentre i retrorazzi, per un’errata valutazione del computer di bordo, sarebbero stati accesi solo per pochi secondi. Per questo, il lander sarebbe precipitato sul suolo del pianeta rosso da un’altezza di oltre 2mila metri, a una velocità superiore ai 300 km all’ora, con la conseguenza di un impatto devastante.

E mentre gli esperti dell`Agenzia Spaziale Europea continuano ad analizzare i dati ricevuti dal TGO per capire cosa sia successo al lander nella sua fase di atterraggio, ci sono importanti novità relative allo strumento DREAMS che avrebbe dovuto raggiungere la superficie marziana insieme al dimostratore Schiaparelli. Secondo i dati ricevuti da Marte, DREAMS (Dust Characterisation, Risk Assessment, and Environment Analyser on the Martian Surface), la piccola stazione meteorologica nata dalla collaborazione tra INAF, ASI e CISAS di Padova, si è attivata durante la discesa del lander e ha inviato dati relativi al suo stato di funzionamento. In quei pochi secondi di trasmissione, DREAMS ha comunicato attivamente con il lander Schiaparelli. Tutti questi dati, insieme a quelli sulla discesa di Schiaparelli, ora in mano agli scienziati e ai tecnici della missione, rappresentano un prezioso bagaglio di informazioni per la seconda fase del programma Exomars, ovvero la prossima missione prevista in partenza per Marte il 2020.

“Eravamo pronti – afferma a Media Inaf Francesca Esposito dell`Istituto nazionale di Astrofisica Osservatorio Astronomico di Capodimonte, Principal Investigator di DREAMS -. Lo strumento si è acceso, ha avuto il consumo di corrente previsto e, perfettamente comunicante con Schiaparelli, sarebbe stato immediatamente pronto per acquisire i dati dalla superficie marziana”. La fase di progettazione e realizzazione di DREAMS ha offerto ai ricercatori un`opportunità unica per comprendere i fenomeni presenti su Marte e la loro formazione. “Parte della scienza di DREAMS, assieme ad alcuni sensori già testati, sarà comunque riutilizzata per la prossima missione ExoMars2020 – aggiunge Esposito -. Stiamo continuando a lavorare e analizzare i dati e l`Osservatorio di Capodimonte sarà responsabile dello strumento MicroMed per misurare le polveri in atmosfera marziana e i campi elettrici associati”.

 

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