Le spine del governo: tasse, pensioni, e reddito cittadinanza

Le spine del governo: tasse, pensioni, e reddito cittadinanza
23 settembre 2018

Sono diventati ormai stretti i tempi per la definizione delle misure della prossima legge di Bilancio con la prima scadenza, quella per la presentazione della nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, giovedi’ 27. Acceso il dibattito sulle coperture e ancora molto aperte alcune voci come quella, spinosa, della platea del reddito di cittadinanza, misura simbolo della manovra per il M5S e quella sulla pace fiscale, cavallo di battaglia della Lega, su cui piovono le accuse di essere un condono mascherato, mentre altre misure sembrano aver preso forma. Ecco una sintesi dei capitoli sul tavolo del governo.

– CLAUSOLE DI SALVAGUARDIA IVA – Il primo impegno del contratto di governo e’ la sterilizzazione degli aumenti che scattano il primo gennaio 2019 (dal 10 all’11,5% per l’aliquota piu’ bassa, dal 22 al 24% per quella piu’ alta); costa 12,5 miliardi.

– FLAT TAX PER 1,5 MILIONI DI PMI: Il forfait esiste gia’ ed e’ al 15% per i professionisti con ricavi fino a 30.000 euro e per le altre categorie con ricavi fino a 50.000 euro. La platea, a oggi circa 935mila soggetti, salira’ a 1,5 milioni di autonomi, Snc, Sas e Srl che potranno optare per il regime di trasparenza con ricavi fino a 65.000 euro. Dai 65.000 ai 100.000 euro si paghera’ un 5% addizionale. Per start up e attivita’ avviate da giovani under35 restera’ lo sconto al 5%. Il costo della misura e’ di circa 1,5-1,7 miliardi. Commercianti che emettono lo scontrino, artigiani che lavorano con i privati e tutti coloro che decideranno di aderire al nuovo regime, che rimane comunque opzionale, saranno esonerati dall’obbligo di fatturazione elettronica che scatta dal 1 gennaio. Obbligo che resta per le medie e le grandi imprese che sono soggette all’Ires.

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– SUPER-IRES A 15% PER CHI INVESTE IN AZIENDA: per le grandi aziende arrivera’ un taglio, strutturale, di 9 punti dell’Ires, con l’aliquota ordinaria del 24% che scende al 15% sugli utili reinvestiti in azienda per ricerca e sviluppo, macchinari e assunzioni stabili. Il costo, e il conseguente risparmio per le imprese, e’ di poco meno di un miliardo e potrebbe essere coperto assorbendo gli attuali ammortamenti di Industria 4.0 o l’Ace.

– CEDOLARE SECCA AL 21% PER LE LOCAZIONI DEI NEGOZI per i nuovi contratti di affitto degli immobili commerciali (C1 e loro pertinenze) si potra’ optare per la tassa fissa sugli affitti al 21%, sulla falsariga di quanto gia’ accade per gli affitti delle abitazioni. Introdotta solo per i nuovi contratti sara’ ‘a costo zero’, mentre estenderla anche a quelli in essere avrebbe avuto un costo di circa 900 milioni.

– PACE FISCALE, DIBATTITO SUL TETTO E’ uno dei punti, insieme a quello del reddito di cittadinanza, piu’ dibattuti e su cui piovono le accuse di voler introdurre di fatto un condono. Obiettivo della Lega quello di una pace “piu’ ampia possibile” su accertamenti, cartelle, multe e contenzioso tributario ma il tetto ipotizzato di 1 milione di euro non piace per nulla agli alleati. L’operazione sarebbe accompagnata anche dalla voluntary disclosure sulle cassette di sicurezza e da una misura strutturale: una sorta di transazione fiscale che allarghi le maglie del concordato con adesione. Si valuta di inserire gli interventi in un dl fiscale collegato.

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– PENSIONI QUOTA 100 CON 36-37 ANNI CONTRIBUTI Il governo e’ al lavoro su un’ ipotesi di riforma delle pensioni con quota 100 e un minimo di 62 anni di eta’ e 36-37 anni di contributi. Con minimo 36 anni di contributi uscirebbero nel 2019 450 mila lavoratori in piu’ rispetto alle regole attuali; con 37 anni l’uscita riguarderebbe 410 mila persone in piu’ rispetto all’attuale sistema. La percentuale dovrebbe essere del 60% per il settore privato e del 40% in quello pubblico

– REDDITO DI CITTADINANZA, NODO RISORSE E PLATEA Il Movimento punta ad ottenere 10 miliardi per partire nel 2019. L’idea e’ di partire dalle risorse gia’ presenti per il Rei, circa 2,6 miliardi. Un nodo importante e’ anche quello della platea con la Lega che insiste per riservare la misura ai soli cittadini italiani, una discriminante, specialmente nei confronti degli altri cittadini comunitari, che potrebbe presentare problemi di costituzionalita’. Il primo passo sara’ comunque il potenziamento dei centri per l’impiego. A disposizione ci sono 750 milioni che si punterebbe a raddoppiare, utilizzando anche i fondi europei. Il Movimento punta anche alla pensione di cittadinanza, portando le minime a 780 euro: ma dai primi calcoli, per alzare l’assegno sociale a 800mila pensionati servirebbero 4 miliardi, mentre per alzare quello di circa 1 milione di invalidi civili (assegno a 282 euro) ne servirebbero almeno altri 6.

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