Lega, se cade Conte salta schema. M5s, è nostro candidato

Lega, se cade Conte salta schema. M5s, è nostro candidato
Matteo Salvini e Luigi Di Maio
22 maggio 2018

Matteo Salvini tiene il punto sul nome di Giuseppe Conte per la premiership anche perche’ se dovesse cadere l’ipotesi del professore pugliese a Palazzo Chigi cadrebbe tutta l’impalcatura costruita da giorni di trattative con M5s. “Lo schema dei ministri – riferiscono fonti parlamentari del Carroccio – e’ con Conte. Se cade lui bisognerebbe ricominciare tutto daccapo”. La tesi sul ritorno in campo di Di Maio non arriva dalla Lega, si affrettano a chiarire le stesse fonti. “Non ci risultano ne’ veti ne’ pressioni”, viene sottolineato. Ma il timore tra i parlamentari del Carroccio – precettati in attesa di capire l’evolversi della situazione – e’ che il Movimento 5 stelle voglia tornare alla carica riproponendo il nome dell’ex vicepresidente della Camera (“Conte resta il nostro candidato, contro di lui e’ in azione la macchina del fango”, sottolineano pero” dal Movimento). Salvini e Di Maio oggi si sono incontrati per parlare della squadra di governo. La Lega punta su Savona per il dicastero di via XX settembre, anche se pesano le posizioni critiche nei confronti dei parametri di Maastricht dell’economista. Ma la Lega fa muro attorno al suo nome.

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L’attesa e’ per le valutazioni di Sergio Mattarella e la preoccupazione e’ per l’affondo che arriva sempre piu’ insistentemente dall’Europa sulla necessita’ del nostro Paese di mantenere gli impegni presi e per le critiche mosse al premier designato per la vicenda del curriculum e per aver difeso uno dei casi simbolo di Stamina. “E’ chiaro che se salta Conte salta tutta l’impalcatura e ci sara’ bisogno di trovare una nuova maggioranza”, il ‘refrain’ tra gli esponenti del partito di via Bellerio. Piu’ volte i ‘big’ leghisti hanno incontrato il giurista che, sottolinea un esponente di primo peso del partito, “ha lavorato in prima linea sul contratto, chiedendo modifiche in piu’ parti”. Il timore, spiegano le stesse fonti, e’ che il capo dello Stato voglia non solo avere voce in capitolo sui ministri, come da prassi, ma anche ‘delimitare’ il perimetro di azione del nascente governo. Ovvero pretendere niente ‘rivoluzioni’ in Europa, anche perche’ l’Italia resta sorvegliato numero uno. Esponenti della Lega hanno incontrato piu’ volte l’ambasciatore francese, hanno illustrato la posizione sul bilancio europeo e sugli altri temi sul tavolo. Ma da Parigi continuano ad arrivare avvertimenti.

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“Chi ha paura di Conte?”, e’ l’interrogativo, retorico, che arriva dal Movimento 5 stelle. Il giurista – questa la difesa dei pentastellati – “faceva parte della squadra di ministri proposta da Luigi Di Maio che ha ricevuto alle elezioni circa 11 milioni di voti, e’ un italiano senza santi in Paradiso”. La vicenda del curriculum? “Critiche irrilevanti”, sostiene il leghista Borghi. Sul curriculum di Conte ci sarebbero dei mal di pancia da parte di alcuni pentastellati ortodossi ma al momento nessuna ipotesi di cambio di cavallo in corsa. Dunque nello schema M5s-Lega resta Savona all’Economia e Giorgetti sottosegretario alla presidenza del Consiglio mentre il Viminale andrebbe al Carroccio e la Difesa al Movimento 5 stelle. Intanto i giallo-verdi accelerano sulle Commissioni. Entrambi puntano ad esprimere un proprio esponente per la Affari costituzionali. Dipendera’ dallo schema dell’esecutivo ma al momento per il Senato e’ in pole il pentastellato Vito Crimi mentre alla Camera potrebbe essere chiamata l’ex assessore lombardo, Simona Bordonali.

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