La Lega insiste su flat tax, M5s si accoda. Conte ancora tiene, lunedì parlo a italiani

La Lega insiste su flat tax, M5s si accoda. Conte ancora tiene, lunedì parlo a italiani
Luigi Di Maio, Giuseppe Conte e Matteo Salvini
31 maggio 2019

“L’Italia e’ fuori dalla recessione, l’economia non arranca”. E’ il messaggio che il premier Giuseppe Conte invia alla Commissione Europea. Oggi e’ attesa la risposta di Roma alla lettera della Commissione Ue. I principi della missiva sono stati discussi nel vertice che il ministro Tria ha avuto con gli ‘sherpa’ economici del partito di via Bellerio e con il presidente del Consiglio, Conte.

“L’Italia non si piega”, ha sottolineato anche Di Maio. Qualora si manifestasse l’intenzione di apportare tagli al welfare e alla spesa sociale non sarebbe solo l’opposizione ad opporsi ad una direzione che – e’ l’attacco del Pd – “sta portando il Paese allo sfascio”. Il punto di caduta resta la flat tax. Il piano sara’ portato nel prossimo Cdm. “Il progetto non e’ ancora arrivato a Palazzo Chigi”, osserva Conte.

Salvini continua ad insistere, sottolineando che anche il governatore della Banca d’Italia ha parlato della necessita’ di uno choc fiscale. “La proposta della Lega di finanziare in deficit la flat tax ci trova favorevoli. A maggior ragione se, come apprendiamo, Tria gia’ condivide questa idea: ben venga il regime fiscale al 15% per i redditi fino ai 65.000 euro”, la risposta M5s. Ma non c’e’ solo la flat tax: ci sara’ di conseguenza, fanno notare fonti parlamentari della Lega, una revisione delle aliquote Irpef del 41 e del 43%, per le fasce alte potrebbero negli anni successivi scendere prima al 38% poi tra il 30 e il 35. E sul tavolo poi ci sono la proroga alla pace fiscale, gli aiuti alle imprese in crisi e la lotta all’evasione. Potrebbe arrivare inoltre un provvedimento governativo sulla possibilita’ di applicare le sanzioni per quegli esercenti che non utilizzano il Pos, introducendo la novita’ di eliminare ogni tipo di commissione.

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Ma la dialettica tra M5s e Lega prosegue anche su altri temi. A partire dallo sblocca cantieri. Gli emendamenti dovranno essere presentati a palazzo Chigi, ha spiegato il premier Conte che ha annunciato oggi una riunione sul dl crescita con i relatori. Sulla possibilita’ di sospendere per due anni il codice degli appalti il Movimento 5 stelle potrebbe chiedere un passaggio all’Anac per una valutazione che presumibilmente sara’ negativa. Ma i pentastellati in questo momento non intendono mettere il bastone tra le ruote all’alleato di governo.

La linea, riferiscono fonti parlamentari, e’ quella di lasciare alla Lega la possibilita’ di portare avanti i provvedimenti annunciati. M5s e’ pronta a dire si’ anche al sicurezza bis e a discutere apertamente sull’autonomia, chiedera’ poi un via libera sull’introduzione del salario minimo. Il vertice di governo ci sara’ lunedi’, il presidente del Consiglio Conte continua a chiedere chiarezza agli alleati, “in questi giorni – ha osservato – ravviso ancora delle scorie della campagna elettorale che vanno smaltite”.

Ancora alcuni giorni dunque per cercare di ritrovare la coesione nella maggioranza. Con il premier che e’ pronto “a parlare agli italiani”. Un messaggio che potrebbe presupporre la volonta’ di un rilancio dell’azione dell’esecutivo ma anche l’ipotesi – osserva un deputato M5s – di poter scaricare le responsabilita’ di una mancata collegialita’ all’interno della maggioranza. Salvini anche ieri e’ stato chiaro: “Non si tira a campare”. Anche M5s intende andare avanti, con Di Maio che alle prese con una operazione di rivisitazione dell’organizzazione e della comunicazione.

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Ma il timore del Movimento resta sempre lo stesso: la Lega punta al logoramento, e’ il ‘refrain’. La dead-line e’ fissata per lunedi’: il 3 giugno il premier chiudera’ la ‘verifica’ portata avanti in questi giorni nei quali ha chiesto di accelerare sui decreti sul tavolo. L’altra strada e’ quella del voto anticipato ma anche un ‘big’ del Carroccio osserva come sia difficile immaginare elezioni anticipate a settembre, anche perche’ c’e’ la manovra da portare avanti. Piu’ percorribile, eventualmente, la strada di un voto l’anno prossimo.

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