Lega-M5s, ancora scontro su manovra. E si apre anche il fronte autonomia

Lega-M5s, ancora scontro su manovra. E si apre anche il fronte autonomia
Matteo Salvini e Luigi Di Maio
25 dicembre 2018

Infuriano ancora le polemiche sulla manovra e nel frattempo Matteo Salvini e Luigi Di Maio tornano a confrontarsi sulle misure cardine per Movimento 5 stelle e Lega. Il primo spiega che il reddito di cittadinanza “dovrebbe modellarsi come quello della Regione Lombardia, un inserimento vero al lavoro vero. I risultati positivi raggiunti in Lombardia spero possano essere raggiunti in tutta Italia. Stiamo mettendo paletti per evitare i furbetti”. Il secondo, durante un forum AGI sul digitale, nega che sulle misure anti-poverta’ ci “siano contrapposizioni” tra i due azionisti di governo ma sottolinea che occorrera’ mettere in atto “un modello che funzioni”.

Mentre sul tema dell’autonomia, cavallo di battaglia della Lega, il capo politico M5s osserva che “occorrera’ una lunga contrattazione con le regioni”, visto che anche Veneto e Lombardia chiedono “un’autonomia diversa” e comunque “nessuno dovra’ essere danneggiato” perche’ “non stiamo creando uno statuto speciale”. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in un’intervista a La Stampa, ha ribadito che “Lega e M5s resteranno uniti”, gli italiani non capirebbero una rottura tra chi sostiene l’esecutivo. Ma dopo l’approvazione della manovra si avviera’ un confronto sulle tutte le questioni ancora sul tappeto. Da Di Maio arriva un sostanziale via libera alla legge sulla legittima difesa, “e’ stata gia’ modificata al Senato, l’approveremo il prima possibile”.

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Entrambi i vicepremier comunque difendono a spada tratta la manovra. Di Maio non assegna voti, spiegando che dovra’ essere giudicata dagli italiani, ma anche lui sostiene che i tempi stretti sono stati legati alla trattativa con Bruxelles. Una tesi che viene respinta dalle forze politiche di opposizione che continuano ad accusare il governo di aver esautorato il Parlamento e la democrazia. Salvini se la prende con giornali e Tv definendoli “disinformatori di professione”, e ribadisce che “la Lega e’ il primo partito”, che il governo durera’ fino a fine legislatura, mandando auguri ‘affettuosi’ a Di Maio (“grazie perche’ stiamo lavorando bene”), e un po’ meno all’Europa (“a maggio si cambia”).

E’ proprio il ministro dell’Interno a scendere nei dettagli della legge di bilancio: “nessun pensionato prendera’ di meno nel 2019, restituisce migliaia di euro a italiani”. Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente del Consiglio Giuseppe Conte: “La manovra – spiega – nasce con un segno chiaramente espansivo e lo mantiene anche dopo le modifiche effettuate a seguito del negoziato con Bruxelles”. Il premier sottolinea che “le risorse destinate agli investimenti restano invariate nel prossimo triennio, per un valore complessivo di circa 15 miliardi”, e “il taglio agli investimenti – precisa – sara’ riequilibrato da fondi europei”. Ma Pd, Leu e FI sono sul piede di guerra.

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“I prossimi 6 mesi dimostreranno che e’ un governo di cialtroni”, dice Matteo Renzi. Si capisce che “i vicepremier non hanno mai lavorato”, afferma Carlo Calenda. “Uniti insieme a tanti contro il governo che affossa l’Italia. Sabato 29 mattina davanti alla Camera e il 12 gennaio in tutte le piazze italiane”, annuncia Maurizio Martina mentre ieri Nicola Zingaretti aveva rilanciato la necessita’ di mobilitarsi “contro la manovra del popolo”. “Il governo spara sulla croce rossa”, tuona invece il portavoce dei gruppi di FI, Giorgio Mule’. “Il premier Conte fa un uso troppo disinvolto di parole come ‘cittadini’ e ‘popolo’. Si ricordi che non l’ha eletto nessuno”, osserva l’azzurra Licia Ronzulli. “Il governo ha dichiarato guerra ai giovani”, osserva infine Nicola Fratoianni di Leu.

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