Legge elettorale e divisioni Pd ancora tengono banco. Malumori nel centrodestra e M5s

Legge elettorale e divisioni Pd ancora tengono banco. Malumori nel centrodestra e M5s
6 febbraio 2017

Legge elettorale, data delle elezioni e alleanze nel campo del centrosinistra. A tenere banco questa settimana sono ancora le conseguenze della sentenza della Consulta sull’Italicum, di cui si attendono a giorni le motivazioni, e le prospettive future in vista di un possibile ritorno anticipato alle urne, obiettivo a cui punta il segretario del Pd Matteo Renzi. Uno scenario che allarma non solo alcuni partiti politici, come l’area centrista e Forza Italia, ma che divide gli stessi dem al loro interno. A riaccendere la miccia e’ la proposta, lanciata da Graziano Delrio e Dario Franceschini, di modificare quel che resta dell’Italicum assegnando il premio di maggioranza non piu’ al singolo partito bensi’ alla coalizione. Ipotesi che trova il favore di Silvio Berlusconi e Angelino Alfano, ma si scontra con il ‘niet’ del Movimento 5 Stelle e spacca il Pd. Il presidente Matteo Orfini si dice “radicalmente in dissenso” e bolla come “un ogm” la possibile alleanza che va da Pisapia ad Alfano.

CIRCOLI PD Intanto, dall’area che fa capo a Gianni Cuperlo, Sinistradem Campo aperto, che sabato ha riunito l’Assemblea nazionale, si leva forte la richiesta di dimissioni del segretario dem per convocare subito il congresso. In alternativa, ha spiegato Cuperlo, si potrebbero indire le primarie, purche’ siano vere e non solo una conta. Perche’ c’e’ il rischio reale di una scissione – prospettiva fortemente criticata – ed e’ quindi necessario tornare a “federare” e ricostruire il centrosinistra, ma non e’ detto che la persona giusta a farlo sia proprio Renzi. Infine, l’ex presidente del partito da’ appuntamento per il 20 e 21 aprile a Roma, invitando a un confronto ampio tutte le personalita’ che gravitano nel centrosinistra, a partire proprio da Pisapia. Sabato 11 febbraio Renzi riunira’ i circoli del Pd, e potrebbe essere quello il palcoscenico da cui il segretario replichera’ a chi, nel partito, torna a chiedergli un passo indietro e la convocazione dell’Assise. Il giorno prima, venerdi’ 10, lo sfidante alla guida del Pd, Roberto Speranza, sara’ in Umbria, per una nuova tappa del suo tour lungo lo stivale. Resta ancora in ballo, invece, la riunione della Direzione nazionale del partito, che potrebbe svolgersi lunedi’ prossimo, 13 febbraio, per decidere la linea sulla legge elettorale, ma la cui convocazione ufficiale non e’ ancora arrivata.

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CONSULTA E ancora. In settimana si capiranno meglio i vari posizionamenti sulla data delle elezioni e sulla riforma elettorale: mercoledi’ 8 febbraio e’ in programma l’assemblea del gruppo Pd alla Camera proprio sulla riforma del sistema di voto. L’indomani, giovedi’ 9, infatti, saranno incardinate in commissione Affari costituzionali le 16 diverse proposte di legge sulla legge elettorale finora presentate e, di fatto, si avviera’ l’iter in Parlamento della riforma. Anche se, per entrare nel merito, si dovranno attendere le motivazioni della sentenza dei giudici costituzionali sull’Italicum, che dovrebbero essere depositate venerdi’ 10 febbraio, ma secondo alcuni rumors di palazzo potrebbero arrivare anche prima, gia’ martedi’ 7. Proprio martedi’, al Senato, e’ in calendario il voto finale sulla delega al governo per la riforma della Protezione civile. Un voto dall’esito incerto a causa della protesta di Forza Italia, che gia’ la scorsa settimana per ben due volte ha fatto mancare il numero legale in Aula.

M5S SPACCATO L’accusa e’ che governo e maggioranza non hanno accolto nessuna richiesta emendativa. Il testo della delega, infatti, e’ stato blindato per incassare il via libera definitivo ed evitare un nuovo passaggio alla Camera. Le fibrillazioni interne, pero’, non riguardano solo il Pd. Anche il Movimento 5 Stelle, alle prese con la nuova ‘grana’ delle polizze assicurative che ha coinvolto la sindaca di Roma Raggi, vive un momento di sbandamento, con la base spaccata sul da farsi e malumori tra i parlamentari. Non e’ esclusa la convocazione di una assemblea congiunta dei gruppi di Camera e Senato. Malumori si ravvisano anche nel centrodestra, con Salvini e Meloni che spingono sul voto anticipato e sulle primarie e Berlusconi che prende tempo, consapevole pero’ di non poter fare a meno dell’alleanza con Lega e FdI. Tutta l’area del centro e’ in ebollizione in vista delle elezioni: sabato 11 Pier Ferdinando Casini e Angelino Alfano si riuniranno a Roma per lanciare la federazione ‘Centristi per l’Italia’, che potrebbe presentarsi alle urne alleata con il Pd.

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