Legge elettorale, Pd va alla conta in commissione. Fi, M5s e FdI ok a Italicum

Legge elettorale, Pd va alla conta in commissione. Fi, M5s e FdI ok a Italicum
Camera dei Deputati
16 maggio 2017

No all’Italicum bis. Il Pd oggi votera’ contro il testo base sulla legge elettorale presentato la scorsa settimana dal relatore Andrea Mazziotti, il cosiddetto Italicum bis. A confermarlo e’ lo stesso Matteo Renzi: “Non potremo mai accettare che si arrivi a fare una legge elettorale tutta in soccorso ai piccoli partiti: no al Cespugliellum”, scandisce il segretario dem, a cui fa eco il capogruppo alla Camera, Ettore Rosato: “Il testo base non ci piace, non possiamo tornare al proporzionale. Domani (oggi, ndr) formalizzeremo cio’ che ormai e’ chiaro”. E cosi’ il Pd si prepara ad andare alla ‘conta’ in commissione Affari costituzionali, forzando sulla sua proposta, il Mattarellum corretto, ovvero un sistema misto tra proporzionale e maggioritario, con il 50% di collegi uninominali e il 50% di proporzionale, soglia di sbarramento al 5%. Resta l’incognita su chi sara’ il relatore: ora e’ lo stesso Mazziotti, ma con la bocciatura del testo base da lui presentato si avra’, di fatto, una sorta di sfiducia da parte del Pd e della maggioranza delle forze in commissione. I dem, viene riferito, punterebbero a un relatore Pd. Al momento nessun commento da parte del presidente della commissione: “vedremo cosa accadra’ domani (ndr)”, si limita a dire ai giornalisti alla Camera. Da regolamento, il relatore viene indicato dal presidente della commissione. Dunque, i dem potrebbero andare allo scontro, qualora Mazziotti non dovesse fare un passo indietro. Tecnicismi a parte, e’ il pallottoliere che conta e, numeri alla mano, i dem sono convinti di spuntarla in commissione: a favore della linea Pd dovrebbero infatti schierarsi la Lega (2 voti), i fittiani (1 voto), le Minoranze linguistiche (1 voto) e i verdiniani (1 voto), che assieme al Pd raggiungono quota 26, quindi la maggioranza in commissione (dove siedono 48 deputati).

A favore dell’Italicum bis invece, tra i gruppi piu’ consistenti, dovrebbero votare Forza Italia, M5S, Civici e Innovatori, FdI. Stando alle dichiarazioni degli ultimi giorni, dovrebbero votare contro il testo base anche Mdp, a causa dei capilista bloccati, e Sinistra italiana, per lo stesso motivo, a cui si aggiunge la contrarieta’ alla previsione di un premio di maggioranza. Ma c’e’ chi non esclude che le due forze di sinistra potrebbero astenersi o votare a favore e poi intervenire con gli emendamenti. Quanto agli alleati di governo, Alternativa popolare e’ per un sistema proporzionale con sbarramento al 3% e con il premio alla coalizione. Commentando il testo base, il capogruppo alla Camera Maurizio Lupi aveva accolto favorevolmente la proposta. Dunque, in commissione si potrebbe verificare una spaccatura in seno alla maggioranza. Scenario che non preoccupa il Pd, determinato ad andare avanti. Il ‘piano’ del Pd prevede domani un ufficio di presidenza del gruppo dem, alle 11,30, chiamato a esprimersi ufficialmente sul no al testo base. Quindi, bocciatura dell’Italicum bis in serata in commissione. Infine, presentazione di un nuovo testo base, che pero’ non avverra’ gia’ domani ma comunque in tempi brevi, tra mercoledi’ e giovedi’ al massimo, assicurano fonti autorevoli dem. E a quel punto il Pd andra’ a una nuova conta in commissione, con l’obiettivo di far adottare come testo base la sua proposta, il Mattarellum corretto (o tedesco corretto, come preferisce definirlo il partito di Renzi), puntando sui voti degli stessi gruppi che avranno bocciato l’Italicum. Alla Camera, del resto, i numeri sono dalla parte dei dem.

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I problemi ci saranno al Senato, dove gli equilibri sono diversi e dove il Pd puo’ contare su una maggioranza risicata a favore della sua proposta. Tanto che nei palazzi in molti continuano a sostenere che il vero obiettivo del segretario Matteo Renzi e’ andare alla ricerca dell’incidente a palazzo Madama per lasciare le cose come stanno, e c’e’ chi, soprattutto tra i piccoli partiti, e’ pronto a scommettere che l’obiettivo di Renzi sia quello di mantenere lo sbarramento al Senato all’8%, cosi’ da avere un correttivo maggioritario di fatto, nonostante il Consultellum sia proporzionale. La prova di forza a cui si appresta il Pd, pero’, non convince tutti: la minoranza vicina ad Emiliano chiede una riunione urgente del gruppo. La linea renziana fa infuriare le opposizioni: “Il diktat del Pd, che annuncia di non voler votare il testo base sulla legge elettorale ma solo quello che propongono loro, il Verdinellum, e’ inaccettabile e da irresponsabili. I dem buttano la palla in tribuna e, pur di non far giocare gli avversari, scappano con il pallone”, attaccano i 5 Stelle. “E’ tornato il bullo di Firenze”, osserva il capogruppo di FdI, Fabio Rampelli. “I numeri sono dalla parte del Pd, pero’ si perde ancora tempo e sinceramente non sappiamo cosa vogliano i dem. Lo dicano con chiarezza e soprattutto che facciano una proposta che possa avere la maggioranza tanto al Senato quanto alla Camera”, afferma Renato Brunetta. Il capogruppo di Forza Italia, pero’, mette in guardia Renzi: “Non e’ possibile votare una legge contro il Pd, ma non e’ neanche possibile votare una legge contro FI o contro M5S”. C’e’ poi un problema tutto interno al centrodestra: Silvio Berlusconi si dice pronto a fare la legge elettorale con il Pd, purche’ sia un sistema proporzionale. Ma Matteo Salvini, appena rieletto segretario della Lega, avverte: “se Forza Italia vuole l’alleanza voti il maggioritario”.

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