Lesbo, monito del Papa alla politica: “I profughi non sono numeri, sono persone”

Lesbo, monito del Papa alla politica: “I profughi non sono numeri, sono persone”
16 aprile 2016

di Enzo Marino

Papa-Lesbo1“Sono venuto qui con i miei fratelli, il Patriarca Bartolomeo e l`Arcivescovo Ieronymos, semplicemente per stare con voi e per ascoltare le vostre storie. Siamo venuti per richiamare l`attenzione del mondo su questa grave crisi umanitaria e per implorarne la risoluzione”. Così Papa Francesco nel discorso ai profughi del campo di Moria nell’isola greca di Lesbo. “Come uomini di fede, desideriamo unire le nostre voci per parlare apertamente a nome vostro. Speriamo che il mondo si faccia attento a queste situazioni di bisogno tragico e veramente disperato, e risponda in modo degno della nostra comune umanità”. Papa Francesco è atterrato questa mattina sull’isola greca di Lesbo, meta della visita del pontefice per incontrare i profughi nell’isola diventata emblema dell’emergenza. L’Airbus A-320 di Alitalia è decollato alle 7:17 dall’aeroporto di Fiumicino ed è arrivato a destinazione due ore dopo. Ad accogliere Francesco il premier greco Alexis Tsipras che lo accompagnerà insieme ai patriarchi ortodossi, Bartolomeo e Hieronimos, in questa visita umanitaria. Salutando i giornalisti sul volo per Lesbo il Santo Padre ha detto: “Andiamo ad incontrare la catastrofe più grande dopo la seconda guerra mondiale”.

Nel colloquio privato con il Pontefice nell’aeroporto, il premier greco Alexis Tsipras ha ringraziato Francesco per i suoi “messaggi contro la guerra” e per le sue “parole di accoglienza in un momento in cui altri leader cristiani in Europa alzano barriere”. Partendo da Fiumicino, il Papa ha spiegato che con questo viaggio intende “portare conforto a tanti profughi” ed ha formulato l’auspicio che “il popolo italiano possa affrontare con lungimiranza e solidaretà le sfide dei nostri giorni”. Un pensiero che vale per l’Europa intera che non sta dando una gran prova applicando l’accordo che prevede di portare in Turchia contro la loro volontà quanti hanno sfidato il mare per raggiungere la costa greca, spesso perdendo i propri cari nella traversata. “I profughi non sono numeri, sono persone: sono volti, nomi, storie, e come tali vanno trattati”, ha scritto Francesco in un tweet inviato al momento della partenza. Cuore della visita, insieme ai Patriarchi ortodossi, è il Moria Refugee Camp, che ospita 2.500 richiedenti asilo. “I profughi non sono numeri, sono persone: sono volti, nomi, storie, e come tali vanno trattati”, ha twittato il Papa.

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“Cari amici, oggi ho voluto stare con voi. Voglio dirvi che non siete soli. In questi mesi e settimane – ha detto Francesco parlando in italiano, tradotto in inglese da un monsignore – avete patito molte sofferenze nella vostra ricerca di una vita migliore. Molti di voi si sono sentiti costretti a fuggire da situazioni di conflitto e di persecuzione, soprattutto per i vostri figli, per i vostri piccoli. Avete fatto grandi sacrifici per le vostre famiglie. Conoscete il dolore di aver lasciato dietro di voi tutto ciò che vi era caro e – quel che è forse più difficile – senza sapere che cosa il futuro avrebbe portato con sé. Anche molti altri, come voi, si trovano in campi di rifugio o in città, nell`attesa, sperando di costruire una nuova vita in questo continente”. Il patriarca ortodosso ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo, ha detto: “Abbiamo pianto mentre vedevamo il Mediterraneo diventare una tomba per i vostri cari. Abbiamo pianto vedendo la simpatia e la sensibilità del popolo di Lesbo e delle altre isole. Ma abbiamo pianto anche quando abbiamo visto la durezza dei cuori dei nostri fratelli e sorelle – i vostri fratelli e sorelle – chiudere le frontiere e voltare le spalle”.

 

tweet papa

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