L’intesa Turchia-Ue a rischio naufragio, allarme per incontrollati flussi migratori

L’intesa Turchia-Ue a rischio naufragio, allarme per incontrollati flussi migratori
3 ottobre 2019

Gli allarmi si moltiplicano: sull’Europa potrebbe abbattersi in tempi brevi una nuova, incontrollata, ondata di flussi migratori. Ma non dalla Libia: l’attenzione degli analisti e’ rivolta alla Turchia, al Mar Egeo, alla Siria. Ad essere a rischio e’ infatti la tenuta dell’accordo tra Ankara e l’Unione europea del 2016 dopo che l’anno prima la Germania si era trovata ad accogliere oltre un milione di profughi. La Turchia ha ripetutamente minacciato di far saltare l’intesa riaprendo le frontiere ai profughi e ora si fa concreto il rischio che gli accordi naufraghino definitivamente. A destare preoccupazione e’ il combinato disposto tra la situazione esplosiva nei centri d’accoglienza sulle isole greche e la pressione dei profughi siriani sulla Turchia.

Solo quest’anno in Grecia sono arrivati 26 mila migranti, quasi cinque volte il numero di quelli giunti in Italia, e nelle ultime settimane la situazione e’ drasticamente peggiorata: in agosto 8000 persone sono approdate sulle isole greche, un numero in linea con le cifre del 2016, quando la crisi era al suo apice. A Lesbo, in certi giorni sono approdate contemporaneamente 13 barche, mentre i centri d’accoglienza messi in piedi dal governo di Atene sono sul punto di scoppiare: nel centro Mori, a Lesbo, progettato per ospitare 3000 persone, attualmente sono presenti circa 13 mila profughi. Una situazione drammatica – con bambini che dormono per terra in container affollati, malati che non vengono curati, affamati che elemosinano cibo – che ha indotto il nuovo premier greco Kyriakos Mitsotakis ad evacuare 1500 migranti sulla terraferma, mentre pochi giorni fa e’ scoppiato un incendio, in cui sono morte due persone, dando vita a disordini affrontati dalle forze dell’ordine greche con grandissima difficolta’.

Leggi anche:
Centrodestra conquista anche la Basilicata, Vito Bardi riconfermato

Il punto e’ che l’intesa sottoscritta quattro anni fa con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan era volta a rendere pressoche’ impossibile il passaggio verso il Vecchio Continente. E, piu’ o meno, finora ha funzionato. Ma l’Ue, secondo Ankara, e’ venuta meno alle sue promesse, tra le quali quella di trasferire una quota di migranti dalla Turchia in Europa, cosi’ come si e’ mancato di far rientrare in Turchia un numero concordato di profughi approdati sulle isole greche. Poi, ovviamente, c’e’ il fronte turco: Erdogan ha piu’ volte ribadito la minaccia di riaprire le frontiere ai migranti con destinazione Europa. “Qualcuno non ha mantenuto fede ai patti. Se questo progetto si rivelera’ un buco nell’acqua allora dovremo riaprire i nostri confini. Se davvero l’Europa ci sostiene allora lo faccia in maniera concreta, altrimenti lo dicessero”, aveva tuonato il presidente turco all’inizio di settembre. Il capo di Stato turco si lamenta dello scarso sostegno alla Turchia, che ospita oltre 3,6 milioni profughi siriani, e ricorda quelli che secondo lui sono i molti ritardi dell’Europa nel mantenere fede ai patti.

Dei 6 miliardi di euro promessi dall’Ue nel 2016, la Turchia avrebbe ricevuto piu’ o meno al meta’, mentre sostiene di aver speso di suo 40 miliardi di dollari in 8 anni. Intanto il governo di Ankara ha cominciato a spostare profughi nelle zone di guerra, mentre le autorita’ greche sospettano che la Turchia abbia “alleggerito” i controlli lungo le coste. L’altro tavolo su cui il presidente turco e’ impegnato e’ quello della ‘safe zone’ – la zona tampone – da costituire a est del fiume Eufrate insieme agli Stati Uniti. Un progetto su cui Ankara non ammette ritardi, desiderosa di spazzare via le postazioni dei curdi-siriani del Pyd-Ypg, ma anche di creare un’area pacificata in cui riportare a casa almeno un milione di complessivi 3,6 milioni di siriani che attualmente vivono in Turchia. Erdogan ha messo anche il progetto della ‘zona tampone’ sul piatto dell’accordo sui migranti: vuole il sostegno dell’Europa. Ed e’ per questo che oggi il ministri degli Interni di Germania e Francia, Horst Seehofer e Chrisophe Castaner si sono recati ad Ankara insieme al commissario Ue Dimitris Avramopoulos. Perche’ se l’intesa con la Turchia dovesse saltare, il nuovo spettro che si aggirera’ per l’Europa saranno le nuove colonne di profughi in arrivo dalla Siria.

Leggi anche:
Dopo il crollo in Basilicata, è scontro sulle candidature nel M5s
Segui ilfogliettone.it su facebook
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a redazione@ilfogliettone.it


Commenti