Lite M5s-Renzi su euro. E Di Maio apre a alleanze post voto

Lite M5s-Renzi su euro. E Di Maio apre a alleanze post voto
Luigi Di Maio (S) e Matteo Renzi
18 dicembre 2017

Euro si’ o euro no, possibili alleanze post voto tra pentastellati e altre forze politiche che condividano i punti programmatici dei grillini. Ad infiammare il dibattito politico e’ il candidato premier Luigi Di Maio, protagonista di un duro botta e risposta con il Pd: lo scontro si consuma sull’euro e sull’eventualita’, da sempre sostenuta dai pentastellati, di indire un referendum per chiedere agli italiani se restare nella moneta unica o uscirne. A rilanciare l’ipotesi e’ lo stesso Di Maio che, ospite di una trasmissione, a domanda precisa su come voterebbe in caso di consultazione popolare, annuncia il suo voto a favore dell’uscita dalla moneta europea. Precisando, tuttavia, che il referendum sarebbe solo una extrema ratio. Ma scoppia subito la polemica, con il Pd che attacca: “Di Maio e i 5 Stelle sono pericolosi”, sostiene Andrea Marcucci. Per il segretario dem, Matteo Renzi, l’uscita dall’euro “sarebbe una follia per l’economia italiana”. Emanuele Fiano, poi, ricorda che “il referendum sull’euro non si puo’ fare”. Rincara la dose l’europarlamentare dem, Gianni Pittella: “Di Maio straparla senza saper quel che dice. Per una battuta elettoralistica mette in pericolo non solo l’Italia ma l’intera Europa. Uscire dall’Euro segnerebbe un disastro economico”.

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Il leader del Psi, Riccardo Nencini, non ha dubbi: uscire dall’euro significherebbe “la bancarotta”.  Nel pomeriggio, in un lungo post su facebook, Di Maio corregge un po’ il tiro e assicura: “L’obbiettivo di governo del MoVimento 5 Stelle non e’ assolutamente l’uscita dall’euro, ma rendere la permanenza del nostro Paese nella moneta unica una posizione conveniente per l’Italia. La nostra posizione e’ una scelta pragmatica, non ideologica”. Quanto a Renzi, “la vera follia e’ fare finta che tutto vada bene e lasciare tutto cosi’ com’e'”. Ma la polemica non si placa e in un tweet dai toni ironici il Guardasigilli e leader della minoranza Pd, Andrea Orlando, scrive: “Ricapitolando, Di Maio voterebbe contro l’euro al referendum ma vuole rimanere nell’euro. E forte di questa linea molto chiara andrebbe a Bruxelles a porre delle condizioni. Mi pare tutto chiaro”.

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E’ ancora il candidato premier pentastellato, da Milano, a replicare, contrattacando sul fronte banche: “Quello che mi preoccupa e’ la sfacciataggine di chi mi attacca su questo: i problemi dell’Italia non sono le dichiarazioni di Luigi Di Maio ma l’intreccio fra politica e banche, che abbiamo visto con il ministro Maria Elena Boschi, che e’ la punta di un iceberg di un sistema che mi preoccupa non poco perche’ quel sistema ‘Bancopoli’ non solo determinera’ la fine della Seconda Repubblica ma potrebbe essere stata determinata da scelte politiche che hanno visto lo Stato sotto ricatto allora chiedo a chi sa di dire la verita’”. La giornata e’ segnata anche dall’apertura dei 5 Stelle a possibili alleanze dopo il voto, qualora il Movimento da solo non riesca a sfondare il tetto del 40% dei consensi. “Il nostro appello e’ a sostenere la fiducia a noi sulla base di convergenze programmatiche”, ha sottolineato Di Maio, precisando che “se alle elezioni dovessimo ottenere il 40%, potremmo governare da soli. Se non dovessimo farcela, la sera delle elezioni faremo un appello pubblico alle altre forze politiche che sono entrate in Parlamento presentando il nostro programma e la nostra squadra. E governeremo con chi ci sta”.

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