Lite Martina-Renzi, si apre scontro su leadership. Altra scissione?

Lite Martina-Renzi, si apre scontro su leadership. Altra scissione?
Il presidente del Partito Democratico, Matteo Orfini
30 aprile 2018

“Martina ha sbagliato. Ha cercato la sponda del Movimento 5 stelle senza tener conto di Renzi. Ora gli ha ridato in mano il partito”. I fedelissimi dell’ex premier riprendono fiato. E nuovo slancio. La direzione del Pd e’ stata convocata per giovedi’ alle 15 ma il forno con i pentastellati e’ gia’ spento. Renzi ha voluto stoppare qualsiasi discussione rendendo di fatto da questo punto di vista inutile l’incontro di dopodomani. Con la sorpresa di Martina che non si aspettava toni cosi’ duri e soprattutto in tv. Da qui la nota diramata nel primo pomeriggio: “E’ impossibile guidare un partito in queste condizioni”. L’ordine del giorno della direzione cambia per ammissione dello stesso reggente del Pd che “per rispetto della nostra comunita’” evita di fare commenti dopo le affermazioni di Renzi da Fazio ma fa capire qual e’ il motivo del contendere: “Per quanto mi riguarda la collegialita’ e’ sempre un valore, non un problema”. Dunque chiedera’ “una discussione franca e senza equivoci”, un chiarimento non solo sulla linea che il Pd deve portare avanti (“Il Pd rischia l’estinzione”, ha sottolineato) ma soprattutto su chi debba guidarlo realmente.

La direzione dovrebbe convocare al più presto l’assemblea

La direzione dovrebbe convocare al piu’ presto l’assemblea. Anche per cercare di evitare al momento spaccature. E se Martina dovesse gia’ giovedi’ fare un passo indietro si pensa ad una figura di mediazione per affiancare Orfini nel percorso prima dell’appuntamento che potrebbe aprire la fase congressuale. “A questo punto – spiega piu’ di un renziano – Martina non puo’ piu’ esercitare il ruolo di reggente, occorre cambiare”. I fedelissimi dell’ex segretario Pd interpretano la presa di posizione di Martina come il tentativo di smuovere il fronte anti-renziano e capire se ci possono essere i numeri a sostegno di una sua futura candidatura. Al momento non c’e’ un candidato renziano ai nastri di partenza. E pure i tempi del congresso non sono certi, visto che dipenderanno anche dagli esiti della crisi politica e dall’eventualita’ che si vada ad elezioni anticipate (a quel punto lo scontro si sposterebbe su chi debba presentare le liste). In realta’ si sono fatti avanti sia Richetti che Serracchiani ma anche tra i renziani si osserva come sia necessaria una persona capace di aggregare un maggior numero di consensi.

Il candidato di Renzi è sempre stato Delrio

Il candidato di Renzi e’ sempre stato Delrio. Il capogruppo dem alla Camera, pur non nascondendo perplessita’ sull’esito di un tavolo Pd-M5s, aveva puntato sulla necessita’ di consultare la base. Ma ormai sul tavolo c’e’ altro. E occorrera’ capire le reazioni degli altri ‘big’ dem. Orlando per il momento ha evitato di rilasciare dichiarazioni (“Voglio sentire prima Martina”, aveva detto questa mattina), Franceschini ieri sera ai fedelissimi ha fatto notare l’intervista rilasciata qualche settimana fa in cui chiedeva di rilanciare sulle riforme sottolineato le aperture di Di Maio sui possibili punti di convergenza. Chi non voleva neanche far partire il tavolo con M5s ora si dice soddisfatto. Calenda si e’ detto d’accordo “al 100%” con Renzi. Ironico, invece, Orfini: “Secondo Di Maio la paralisi politica e’ dovuta ai partiti che pensano solo ‘al proprio orticello e alle poltrone’. Finalmente una sincera autocritica”.

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