M5s accusa ma per Lega “tutti sapevano”. Di Maio: “Tema è politico”

M5s accusa ma per Lega “tutti sapevano”. Di Maio: “Tema è politico”
Luigi Di Maio e Matteo Salvini
18 ottobre 2018

“Adesso il tema è politico ed ha bisogno di un chiarimento politico. Quindi la sede giusta è il Consiglio dei ministri, ma possiamo fare anche un vertice prima”. E’ l’ennesima affermazione del vicepremier Luigi Di Maio, parlando del Dl fiscale che ha scatenato uno scontro all’interno del governo gialloverde. “In nessun programma elettorale del Movimento Cinque Stelle – ha aggiunto Di Maio – né della Lega, né nel programma di governo, c’è un salvacondotto per chi evade le tasse. Sapeva benissimo la Lega che non poteva entrare quel testo e che noi non lo voteremo. Questi sono reati che noi non possiamo scudare, da cui non possiamo rendere immuni i furbi. Non lo vogliono neanche gli elettori della Lega”, ha concluso Di Maio.

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Dunque, il decreto fiscale continua a far litigare Lega e Movimento 5 stelle, con accuse incrociate tra le due anime della maggioranza di governo. Sotto i riflettori il testo “manipolato”. La “manina”, secondo i pentastellati, sarebbe leghista ma il Carroccio respinge le accuse. In Transatlantico, dalla prima mattina, i leghisti formano capannelli, parlano del “giallo”, ci scherzano su. Massimo Garavaglia, viceministro all’Economia della Lega, sorride sornione parlando con i giornalisti: “Non so nulla, che è successo? Ho visto ai Tg che c’è stata un po’ di confusione: raccontatemi. Siamo a corto di notizie”. Ma poi si sbottona un po’ e all’ennesima domanda sbotta: il contenuto del decreto fiscale “lo conoscevano tutti”. Stessa linea è quella di Riccardo Molinari, capogruppo a Montecitorio, che si dice “stupito”.

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“Il contenuto sostanziale lo conoscevano, è sui giornali da una settimana. E resta quello”, spiega. Silenzio, sulla questione, per il momento da parte del Movimento 5 stelle. Di Maio, che in un video su Facebook dal Circo Massimo scherza dicendo che “non ci facciamo mancare nulla”, alle 20 parlerà negli studi di W l’Italia su Rete4. Intanto, però, informalmente, dal M5s si ribadisce di non essere stati a conoscenza delle modifiche al decreto. La bufera nella maggioranza di governo raggiunge il presidente del Consiglio Giuseppe Conte mentre è impegnato a Bruxelles per il Consiglio europeo. Il premier per ora tace, dopo aver annunciato ieri che quando tornerà a Roma, domani, rivedrà “personalmente il testo articolo per articolo”.

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