Sciame sismico non dà tregua. Geologi: forse una nuova faglia. Sono migliaia gli sfollati

Sciame sismico non dà tregua. Geologi: forse una nuova faglia. Sono migliaia gli sfollati
27 ottobre 2016

Scosse più o meno forti e percepibili, ma lo sciame sismico nelle zone colpite dal nuovo terremoto di ieri sera è incessante e non accenna a diminuire. Secondo le rilevazioni dell’Istituto nazionale di Geofisica, da questa mattina alle 10,21 quando è stata registrata la scossa più forte magnitudo 4.4 con epicentro nelle Marche e 5 chilometri da Castelsantangelo sul Nera, in provincia di Macerata, le scosse sono state decine, a distanza, più o meno, l’una dall’altra di circa 3 minuti. Alle 10,24 una seconda scossa di intensità 3.1 è stata registrata con epicentro sempre in provincia di Macerata, a una profondità di 8,9 km, seguita da due, magnitudo 2.6 e 2.4, a distanza di pochi minuti. Ancora alle 10,35 il terremoto ha fatto registrare 3.0 sulla scala Richter con epicentro in provincia di Macerata e profondità 9,1 km. Tre minuti più tardi una scossa 3.3, seguita a breve da una seconda scossa 3.3 alle 10,45 sempre in provincia di Macerata l’epicentro. Quindi uno sciame di movimenti sismici oscillanti fra intensità 2.5, 1.8, 1.4 e ancora 2.8 in provincia di Macerata; 2.5 in provincia di Perugia, seguita da altre scosse fino a quella di magnitudo 3.0 registrata alle 12.10 con epicentro in provincia di Perugia, seguita a pochi istanti di distanza da una scossa tellurica magnitudo 3.2, questa volta in provincia di Macerata. La forte scossa di terremoto percepita nella zona di Macerata, alle 21.18 di ieri, secondo la rilevazione dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, è stata di magnitudo 5.9. e potrebbe rivelarsi una nuova faglia. “Un’ipotesi, se verranno confermate le prime informazioni, è che si tratti dell’attivazione di una nuova faglia, probabilmente legata verso Nord a quella che ha generato la scossa dello scorso agosto”, ha dichiarato Paolo Messina, direttore dell’Igag-Cnr (Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Consiglio nazionale delle ricerche).

“Chiediamo al Parlamento, nel pieno rispetto dei ruoli, di fare più veloce possibile per approvare il decreto sul terremoto perché lì ci sono le risorse e gli strumenti per mettersi a lavorare subito”, ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi, arrivato alle 16 circa a Camerino. Per Camerino e gli altri comuni coinvolti dal sisma di ieri l’impegno del governo “è no alle tende, non ci prendiamo in giro” ha aggiunto il premier. Nei centri colpiti dal sisma del 24 agosto “abbiamo messo un po’ di tempo a convincere tutti a lasciare le tende”, ha concluso. Ma ora “non possiamo immaginare di fare l’inverno in tenda”, si devono trovare subito soluzioni alternative, come alberghi o casette di legno. Ci si prepara a una seconda notte di paura. Dopo quella scorsa che ha visto il centro Italia attraversato da 2 forti scosse nell’area già interessata dal terremoto del 24 agosto. Ieri sera, la terra ha tremato due volte nella zona al confine tra Marche e Umbria alle 19.10, con magnitudo 5.4, e alle 21.18 con magnitudo 5.9. I due epicentri sono stati localizzati dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia tra le province di Macerata, Perugia e Ascoli Piceno. Il bilancio delle vittime è di un morto per infarto a Tolentino, alcuni feriti e crolli di edifici nella zona di Macerata tra Ussita, Visso, Preci, Camerino e Castelsantangelo sul Nera. Quattro-cinque mila glki sfollati. Le due forti scosse sono state avvertita in maniera chiara anche a Roma, Napoli, Firenze, Bologna, L’Aquila, Perugia, e Terni. Segnalazioni di tremori di edifici anche in Veneto, Friuli Venezia Giulia, e nella bassa Austria. Per precauzioni oggi le scuole sono chiuse nelle province di Terni, Perugia, L’Aquila, Pescara e Macerata.

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Tra le zone più colpite dal sisma, Castelsantangelo sul Nera, e che deve, forse, alla prima forte scossa di ieri sera se non è rimasto ferito o peggio quando è arrivata la seconda, ancora più devastante. “Un avvertimento amaro”, dice scuro in volto Marino. Non ha voglia di parlare ma poi racconta che era in casa quando è arrivata la prima scossa. “Siamo usciti, subito – prosegue -, e quando è arrivato il secondo terremoto eravamo fuori. Ora la nostra casa è inagibile come il resto del paese”. Deve in qualche modo al sisma che ha devastato Castelsantangelo di essere rimasta illesa anche Cora. “Ero in casa e stavo cucinando”, racconta all’esterno del bar diventato punto di ritrovo del paese. “Con me – aggiunge – c’era mio figlio di 13 anni e il mio compagno. Siamo partiti subito ma non finiva mai. Abbiamo capito che stava succedendo qualcosa di grave”. Cora e la sua famiglia si sono quindi rifugiati nella loro auto. “Quando è arrivato il secondo terremoto – racconta ancora – eravamo lì. Ora la nostra casa è inagibile, ha muri crepati e parti crollate. Se stavamo dentro non so cosa sarebbe successo…”. Era invece al lavoro nella sua edicola Franco. “Quando ho sentito la terra tremare per la prima volta – dice – nel negozio è caduto tutto. Mi sono messo al riparo sotto allo stipite di una porta e ho aspettato che passasse. Poi sono uscito per andare nell’albergo del paese insieme a tutti gli altri. E’ lì che è arrivata la seconda terribile scossa”.

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