L’Ue apre procedura di infrazione per debiti PA. Padoan: “Incomprensibile”

18 giugno 2014

L’apertura della procedura di infrazione Ue sul ritardo nei pagamenti della Pa è “incomprensibile”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, nel corso della presentazione del pacchetto per la competitività. “Sono fortemente sorpreso – ha detto – perchè se c’è una cosa che ha fatto questo governo, come quello precedente, è proprio accelerare sul pagamento dei debiti della pubblica amministrazione. E’ questo ha un costo fiscale e manteniamo i vincoli di bilancio. Quindi siamo due volte disciplinati. Trovo questa procedura di infrazione incomprensibile”.

Stamane su iniziativa del commissario Ue all’Industria, Antonio Tajani, la Commissione europea ha deciso, a Bruxelles, l’invio di una lettera di messa in mora all’Italia per violazione della direttiva 2011/7 che impone il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione verso le imprese entro un termine di 30 giorni (60 in alcuni casi eccezionali). L’apertura della procedura di infrazione contro l’Italia è stata illustrata ai giornalisti in un incontro con Tajani, che ha sottolineato come, secondo la relazione annuale 2013 di Bankitalia, del 30 maggio 2014, la Pa italiana paga oggi le sue fatture in media entro non meno di 180 giorni, e 210 giorni nel settore dei lavori pubblici. “L’Italia – ha detto Tajani – è il peggior pagatore d’Europa”, dove al secondo posto per i ritardi c’è la Grecia con 155 giorni.

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Inoltre, l’Italia è in violazione della direttiva Ue anche per quanto riguarda il tasso di interesse moratorio applicato dalle Pa, che continua a essere inferiore in molti casi al tasso previsto dalla direttiva (tasso di interesse di riferimento della Bce, aumentato di almeno l’8%). Resta ancora, infine, nella normativa italiana “troppa discrezionalità per la pubblica amministrazione nel definire lo di stato di avanzamento dei lavori, un passaggio essenziale perché poi l’impresa possa emettere le fatture”, ha precisato Tajani, secondo il quale “lasciare margini di manovra tropo ampi alla Pa vuol dire che, in pratica, le imprese saranno pagate quando l’ente pubblico vorrà”.

LE CIFRE. I debiti della Pubblica amministrazione verso le imprese italiane, stando ai dati del Mef del 28 marzo scorso, che sono stati pagati agli enti debitori risultano pari complessivamente a 25 miliardi di euro (il 92% delle risorse stanziate per il 2013). Le stime dei pagamenti effettuati dagli enti debitori ai soggetti creditori su queste risorse sono pari a 23,5 miliardi (l’86% del totale, il 94% delle risorse erogate). Ma quanto resta da pagare? Stando a Confindustria, circa 75 miliardi, e l’ha ribadito lunedì scorso il presidente, Giorgio Squinzi, che parlando agli industriali di Verona e Vicenza disse: “Dopo 14 mesi, stando agli ultimi dati, sono stati pagati 23 miliardi di 100 dei debiti della pubblica amministrazione, non è un risultato che ci fa urlare di gioia”. Non è poi casuale che la procedura di infrazione arrivi da parte del vicepresidente della commissione Europea uscente, Antonio Tajani, che come noto ha sempre condiviso e appoggiato le battaglie di Squinzi. La pubblica amministrazione italiana e’ il “peggior pagatore d’Europa. In Grecia ci mettono 155 giorni”, ha dichiarato Tajani, “mentre in Bosnia e in Serbia, entrambe fuori Ue, servono rispettivamente 46 e 55 giorni. In questo modo si fa un danno enorme all’economia reale, e mentre Equitalia insegue i cittadini che non pagano le multe, la pubblica amministrazione non paga i suoi debiti alle imprese. Ha ragione la Cgia di Mestre quando dice che il primo effetto dei ritardo dei pagamenti è il licenziamento dei lavoratori delle piccole imprese”. Secondo Tajani, ai suoi ultimi giorni da Commissario all’Industria (il mandato dell’intero esecutivo scade a fine mese), la situazione era troppo grave per rinviare ulteriormente l’avvio della procedura di infrazione.

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