Lupo: “Crocetta irriconoscente col Pd. Governo? Delusione”

12 febbraio 2014

Le primarie, gli scontri che da tempo logorano la maggioranza a tal punto che il Partito democratico sbatte la porta al governatore Crocetta e si tira fuori dalla stessa maggioranza. Un anno e mezzo di odio-amore ma che adesso viene spezzato da dure e ferme dichiarazioni di uno dei protagonisti di questa via crucis, il segretario regionale del Pd, Giuseppe Lupo.

Segretario, innanzitutto, che aria tira alla vigilia delle primarie?

“Purtroppo c’è una forte amplificazione delle polemiche. Si parla poco di contenuti, di programmi e di progetti e questo non è un fatto positivo, così come non è positivo che il percorso congressuale ha avuto tempi troppo ristretti e tali da non consentire un adeguato dibattito.Non ho condiviso l’idea del candidato unico che avrebbe impedito lo svolgimento del dibattito congressuale. Per altro, noi l’ultimo congresso lo abbiamo celebrato nel 2009, se non avessimo svolto quello del 2014 il prossimo sarebbe stato nel 2018. E per un partito che si chiama democratico fare un congresso ogni dieci anni è un assurdo”.

L’exploit di Raciti?

“Rispetto il risultato. E’ chiaro che però quello dell’iscritto è comunque un voto che non vorrei dire che subisce condizionamenti, direi che è organizzato in qualche misura”.

Organizzato?

“Il voto dell’iscritto è più orientato dagli eventi che non dalle Primarie. Confluendo su Raciti, che fa parte dei parlamentari nazionali e regionali della nostra Regione, il mio risultato che ha raggiunto quasi un quarto degli iscritti, è un risultato molto molto positivo, perché testimonia che attorno alla mia candidatura c’è anche un voto di opinione e che va oltre le appartenenze strette alle diverse aree del partito. Poi su Raciti confluiscono più aree politiche del Pd: quella del presidente Crocetta, del senatore Lumia, del senatore Crisafulli, della cosiddetta “RiFare il Pd” dell’onorevole Cracolici. Con queste tre aree, col sostegno anche di alcuni altri deputati nazionali e regionali, è chiaro che il voto degli iscritti risente fortemente di questo orientamento e comunque è un voto libero che io rispetto, però teniamo presente che alla fine parliamo di qualche decina di migliaia di votanti, su un bacino di iscritti al mese di novembre del 2013, quindi con una platea chiusa. Infatti, chi avesse voluto iscriversi per esprimere un voto a  queste convenzioni di circolo, non avrebbe potuto farlo perché o eri iscritto entro novembre 2013, o non potevi partecipare al voto”.

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Sin dall’inizio della legislatura, il Pd è come se avesse subito la candidatura a governatore di Crocetta. E ciò sembra che finora abbia condizionato il rapporto tra Pd e governatore?

“ Dirò la verità, il candidato della coalizione originariamente era Gianpiero D’alia, in quanto il Pd riteneva che in Sicilia fosse importante l’alleanza con l’Udc, quindi l’alleanza progressisti-moderati, speravamo tutto il centro-sinistra. Poi Sel ha fatto una scelta diversa,ma il nostro schema di alleanze era tutto il centrosinistra più l’Udc, alleanza progressisti-moderati di cui Pierluigi Bersani tanto parlava. Se avesse dato risultati vincenti in Sicilia, sarebbe stato lo schema da seguire anche a livello nazionale. E quindi ci si orientava sulla candidatura di D’Alia. A un certo punto l’Udc, in particolare Pier Ferdinando Casini, ha detto a Bersani che sostanzialmente il candidato per la Sicilia non era più D’Alia, ma Crocetta. E così dinanzi ad una proposta dell’Udc di candidare comunque un esponente del Pd e che era, tra l’altro, parlamentare europeo, in quel momento ci è sembrata una scelta di responsabilità. In ogni caso, credo sia stato un errore non fare le primarie, probabilmente il risultato non sarebbe stato diverso, ma in rapporto alle segreterie nazionali del partito e dell’Udc nazionale io penso che non sia un fatto positivo. E poi se il centrodestra fosse stato unito, avrebbe vinto. Poi c’è stato un elemento di distorsione, nell’ambito della coalizione di governo che si chiama ‘Megafono’. Il minuto dopo avere vinto le elezioni, fondamentalmente sostenute da Pd e Udc, il presidente della Regione ha cominciato a lavorare per creare il suo soggetto politico, il suo partito, il suo movimento, il Megafono. Questo ha aumentato la conflittualità tra il presidente e il Pd.Crocetta ha avuto anche irriconoscenza nei confronti del suo partito nel trasformare il Megafono addirittura in un movimento, un partito alternativo al Pd in occasione di molte elezioni amministrative, questo di fatto ha molto modificato i rapporti tra noi e il Presidente della Regione, è un fatto politico”.

Un fatto politico che a tutt’oggi ha uno strascico …

“ A tutto ciò si somma una valutazione di merito, di profonda delusione per i risultati conseguiti da parte del governo della Regione e mi pare che questa delusione sia riscontrabile parlando con la gente comunque, con i cittadini, ci si aspettava da Crocetta se non proprio una rivoluzione che raggiungesse obiettivi più concreti per lo sviluppo, il lavoro, le riforme, ne voglio citare una: la riforma dell’acqua pubblica. E’ stato uno degli slogan che abbiamo utilizzato in campagna elettorale, la riforma dell’acqua pubblica era nel programma del presidente della Regione, è passato più di un anno ma di quella legge ancora non c’è traccia, è una delle riforme mancate che la dicono lunga sul fatto che il Governo della Regione non è stato sufficientemente incisivo sul piano delle riforme. Quindi, somma l’errore politico nella reazione del Megafono col Pd da parte del Presidente, la delusione per i risultati conseguiti, di oggi la notizia che il Pil nel 2013 mi pare sia sceso del 3%. Non c’è ripresa economica, non c’è di fatto quello scatto che ci saremmo aspettati per fare ripartire l’economia. E’ colpa di Crocetta? Be’ un po’ di cose noi le abbiamo anche dette in questi mesi”.

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Il Pd è o non è in maggioranza. E comunque, come dovrà andare avanti questo governo

“Già da mesi siamo usciti dalla maggioranza. Abbiamo detto a Crocetta che così non si andava da nessuna parte,che bisognava rendere più incisiva l’azione del governo. Dopo averlo detto più volte, affinché fosse chiaro dinanzi all’opinione pubblica che non tutte le responsabilità di Crocetta erano anche le nostre, la nostra valutazione sul da farsi del governo era diversa da quella che il Presidente pensava, abbiamo deciso di uscire dalla maggioranza e voglio ricordarlo che abbiamo chiesto anche la dimissione degli assessori”.

Dimissioni che non sono avvenute…

“Non sono avvenute perché Crocetta non ha fatto nulla. Quello è stato un altro errore perché avrebbe dovuto accettare le dimissioni degli assessori e aprire un confronto col suo partito per ricreare le condizioni di dialogo sul programma di governo innanzitutto, sugli obiettivi da raggiungere, come gli ho detto pure che poteva anche tornare in giunta con gli stessi assessori, non era questo il punto”.

E allora?

“Le riforme annunciate e mai realizzate come la formazione professionale. Si parla tanto di riforma della formazione professionale, ma non c’è neanche l’ombra. Il sistema della riforma professionale purtroppo è allo sfascio, ma la giunta di governo non ha avanzato nessun progetto organico  di riforma. Il settore dell’acqua è in tilt, APS a Palermo è fallita, la riforma non può aspettare”.

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S’è svolto un vertice di maggioranza a Roma. Anche lei, tra i grandi assenti.

“Per quanto mi riguarda io valuto un errore: che si facciano questi caminetti romani pensando di risolvere nella Capitale. La questione siciliana è da risolvere in Sicilia. La riforma delle province la deve approvare l’Assemblea Regionale Siciliana. Io sono per il superamento delle province, ma la responsabilità e la competenza sono dell’Assemblea Regionale Siciliana. Voglio sottolineare che nonostante la posizione critica assunta e che confermo, nei confronti del governo la mia disponibilità a discutere di proposte di merito utili per la Sicilia non è mai mancata”.

Ha già in agenda un incontro con Crocetta?

“No, in questo momento no. C’è il congresso di mezzo e credo che sia giusto che in questa fase siano gli elettori e gli iscritti del partito a decidere domenica prossima, chi sarà il nuovo segretario del Pd. Io penso di potere contare sul voto libero degli iscritti e degli elettori del Pd, il mio pregetto è questo, un forte rilancio del partito che è necessario per il governo e per la Sicilia. Ilgoverno regionale si rilancia se dal congresso esce un Partito Democratico forte e autonomo, rispetto a Crocetta.

Dopo la batosta del prefetto Aronia alla Finanziaria, si va verso una manovra bis?

“Da giugno andavo dicendo a Crocetta di approvare il bilancio a novembre, comunque, entro l’anno. Ha prodotto un ritardo che poi ha creato un disastro. La coperta era già stretta, il bilancio riusciva appena a far fronte ad alcune emergenze molto serie, è stata impugnata una spesa per circa 550 milioni di euro, probabilmente riusciremo a recuperarne 350 milioni, ma sarà un problema. Io credo che dovremmo dare priorità a questa manovra bis”.

“Cosa avrebbe fatto al posto del governatore.

“Una Finanziaria entro novembre, avrei messo in sicurezza i conti della Regione, approvando il bilancio e mi sarei concentrato a partire da gennaio per approvare una legge sullo sviluppo del lavoro. Aver fatto della Finanziaria una legge omnibus ha portato all’impugnativa e a disastrose conseguenze”.

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