Lusi non andava espulso, i giudici condannano il Pd

Lusi non andava espulso, i giudici condannano il Pd
21 febbraio 2015

L’ex senatore Luigi Lusi (foto con Pier Luigi Bersani) non andava espulso dal Pd. Il tribunale civile ha infatti annullato il provvedimento di espulsione legato alle note vicende giudiziarie che lo hanno visto condannato nel maggio dello scorso anno a 8 anni di reclusione con l’accusa di essersi appropriato dei soldi della Margherita. Nel provvedimento si sottolinea che Lusi, che fu anche accusato di calunnia nei confronti di Francesco Rutelli, non era a conoscenza degli “addebiti sui quali la sanzione si fondava”. Di conseguenza non gli è stata data la possibilità di difendersi.

Il giudice dà ragione all’ex senatore e condanna il Pd Secondo il giudice Stefano Cardinali “il provvedimento deve considerarsi illegittimo per non essere stato preceduto da alcuna contestazione in ordine agli addebiti sui quali l’irrogazione della sanzione si fondava. Premesso che deve ritenersi necessaria la preventiva contestazione degli addebiti all’interessato”. Lusi non ebbe la possibilità di replicare e per questo, prosegue il giudice, “non può non rilevarsi che il Pd, nonostante ne avesse l’onere, non ha fornito alcuna prova di aver comunicato al Lusi l’intenzione di adottare il provvedimento di esclusione e gli addebiti posti a fondamento di tale volontà”. Quindi per il tribunale di Roma “ne discende che l’esclusione dal partito, comminata senza la preventiva contestazione degli addebiti e senza consentire all’interessato alcuna possibilità di interloquire al riguardo deve considerarsi in contrasto con i principi costituzionali che tutelano la libertà di associazione e il metodo democratico cui devono ispirarsi le associazioni partitiche che concorrono a determinare la politica nazionale, con conseguente invalidità della delibera di espulsione oggetto della presente impugnazione che, pertanto, deve essere annullata”. Una piccola vittoria per il senatore che attualmente ha ripreso la sua professione di avvocato e continua la battaglia giudiziaria contro la Margherita

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L’accusa a Lusi Era il 6 febbraio 2012 quando, a soli sei giorni dall’esplosione dello scandalo per i rimborsi elettorali che coinvolse lo stesso Lusi accusato di essersi appropriato indebitamente dei soldi della Margherita, i garanti presieduti da Luigi Berlinguer decisero di mettere alla porta il senatore abruzzese. Per Berlinguer Lusi era “incompatibile con il Pd per fatti molto gravi che hanno causato un grave danno al partito” e per questo doveva essere cacciato. L’ex tesoriere della Margherita, però, non mandò giù questo boccone amaro e, dal momento che i garanti non vollero neanche ascoltarlo, decise di rivolgersi direttamente all’autorità giudiziaria.

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