L’utile Ior sale da 16 a 36 milioni di euro

L’utile Ior sale da 16 a 36 milioni di euro
13 giugno 2017

L’utile netto dell’Istituto per le Opere di Religione è salito da 16,1 nel 2015 a 36 milioni di euro nel 2016. Lo comunica lo stesso Ior in un comunicato nel quale rende noto di aver pubblicato il proprio bilancio annuale e sottolinea che nel corso del tempo “ha continuato a ridurre le spese operative”, passate da 19,1 milioni a 23,4.  Nel 2016, sottolinea un comunicato dell’istituto, lo Ior ha continuato a servire con prudenza e a fornire servizi finanziari specializzati alla Chiesa Cattolica in tutto il mondo e allo Stato della Città del Vaticano. Lo scorso 26 aprile, rende noto il comunicato, il Consiglio di Sovrintendenza dell’Istituto per le Opere di Religione ha approvato all’unanimità il bilancio dell’esercizio 2016 e ha proposto alla Commissione Cardinalizia la distribuzione integrale degli utili realizzati alla Santa Sede. E ora, per il quinto anno consecutivo, l’istituto pubblica il proprio bilancio all’interno del rapporto annuale, bilancio sottoposto a revisione contabile dalla società di revisione indipendente Deloitte & Touche S.p.A.

Nel 2016, riepiloga il comunicato, l’Istituto ha servito circa 15.000 clienti diffusi globalmente che hanno affidato allo IOR risorse per un valore totale di Euro 5,7 miliardi a fine 2016 (Euro 5,8 miliardi nel 2015) e di cui circa 3,7 miliardi relativi a risparmio gestito e in custodia. Sono state intraprese molte iniziative durante l’anno per venire incontro alle esigenze dei clienti nel rispetto della missione dell’Istituto. L’Istituto ha continuato a ridurre le spese operative, che si sono attestate su Euro 19,1 milioni contro Euro 23,4 milioni del 2015 grazie alla razionalizzazione dei contratti di servizio con terzi. Il margine d’intermediazione 2016 è stato pari a Euro 44, 1 milioni (Euro 45,4 milioni). I l contributo maggiore, pari a Euro 46,0 milioni, è derivato dalla gestione del portafoglio di proprietà. Il risultato netto 2016 – sottolinea lo Ior nel comunicato – è stato pari a Euro 36,0 milioni (16,1 milioni nel 2015). Tale risultato gestionale è stato conseguito attraverso una efficiente attività di negoziazione, in un contesto di elevata volatilità dei mercati, instabilità politica dovuta agli esiti inattesi dei maggiori eventi elettorali dell’anno e bassi tassi d’interesse.

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Al 31 dicembre 2016, il patrimonio dell’Istituto al netto della distribuzione degli utili è pari a Euro 636,6 milioni, corrispondente ad un CET1 ratio del 64,53% , evidenziando elevata solvibilità e profilo di basso rischio. Lo Ior sottolinea, infine, due risultati di carattere organizzativo previsti dal business plan 2016 e ottenuti nel corso dell’anno. Innanzitutto , “lo Ior ha consolidato e rafforzato la “governance” ed il sistema dei controlli interni. Il principale miglioramento riguarda la definizione ed implementazione del “Risk Appetite Framework”, proseguendo sulla strada del continuo adeguamento al nuovo quadro regolamentare dell’AIF per ottenere coerenza con i migliori standard internazionali in materia”. In secondo luogo, in materia di trasparenza fiscale, il comunicato rivendica il fatto che il 15 ottobre 2016 è entrata in vigore la Convenzione fra il Governo della Repubblica Italiana e la Santa Sede in materia fiscale, “prodromica all’inserimento della Santa Sede nella “white list” fiscale della Repubblica Italiana del 23 marzo 2017″.

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