M5s candiderà anche non iscritti. Liste, ultima parola a Di Maio

M5s candiderà anche non iscritti. Liste, ultima parola a Di Maio
29 dicembre 2017

Stavolta nulla deve essere lasciato al caso. Questo è l’input partito dalla sede della Casaleggio associati all’indirizzo di tutti i parlamentari e gli attivisti del Movimento 5 stelle che dovranno tentare l’assalto al cielo o, più modestamente, almeno a palazzo Chigi. “Vi chiedo di pensare in grande, è finita l’era dell’opposizione”, ha sottolineato Luigi Di Maio nei suoi videomessaggi destinati anche agli elettori. Per questo, spiegano fonti parlamentari, sono in arrivo regole nuove, sia dal punto di vista statutario che per la selezione dei candidati, che dovranno ridurre al minimo il rischio di gaffes e incidenti di percorso che potrebbero nuocere alle ambizioni di governo del M5S. Sarà proprio il candidato premier, in collaborazione con il garante Beppe Grillo, ad avere l’ultima parola in merito alle candidature. In sostanza, anche all’ultimo minuto anche un vincitore delle “parlamentarie” potrà essere escluso dalle liste e con le nuove regole si tenterà di arginare il fenomeno dei ricorsi legali che hanno funestato gli scontri sulle liste locali alle amministrative. Verrà riproposta, forse sotto una forma legale leggermente diversa, la “sanzione” già accollata ad esempio agli europarlamentari e alla sindaca di Roma Virginia Raggi, stavolta non per generiche violazioni del codice di comportamento ma come deterrente contro i cambi di casacca (il M5s, fra espulsioni e fughe, ha perso pezzi rilevanti dei suoi gruppi parlamentari in questa legislatura). Ma la novità più significativa sarà l’apertura delle candidature nei collegi uninominali a figure esterne al Movimento 5 stelle. Esponenti della “società civile”, noti sul territorio ma non iscritti.

Per il M5S è una rivoluzione. E’ il “metodo Roma”, fa notare un parlamentare, quello che portò alla formazione di una giunta infarcita di autorevoli presenze esterne, anche se poi molte di quelle presenze hanno avuto vita breve in Campidoglio. E’ la carta che Di Maio e i suoi si giocheranno per accreditarsi come forza di governo. Soprattutto, è il segno che il movimento ha studiato bene la legge elettorale e intende giocarsi fino in fondo la partita decisiva dei collegi, che potrebbe dare al candidato premier i numeri, se non per governare da solo, per proporsi come prima scelta quasi obbligata al capo dello Stato per un incarico quantomeno esplorativo. Il processo delle “parlamentarie” sarà più accurato questa volta: secondo fonti interne, ci saranno probabilmente due passaggi di selezione, con un ballottaggio fra i più votati. Le votazioni potrebbero concludersi subito dopo le feste. La campagna elettorale sarà preparata con cura. Quanto alla squadra di governo, più volte annunciata da Di Maio in arrivo “prima delle elezioni”, non arriverà con troppo anticipo. Alcune figure, come i magistrati in servizio, non possono essere esposte anzitempo. E siccome i 5 stelle garantiscono che ci saranno “figure di prestigio”, l’effetto annuncio verrà usato nelle ultime settimane “se non proprio negli ultimi giorni”, spiegano. Per ora, ciò che conta è il lavoro sul territorio: la road map prevede due appuntamenti nella prima metà di gennaio per la presentazione di parti del programma: in Campania su ambiente e ciclo dei rifiuti, in una location ancora da decidere, la seconda tappa sarà sull’università. Infine, è in programma a gennaio a Pescara una sorta di corso di formazione, una tre giorni di seminari sul programma riservata agli attivisti e ai parlamentari uscenti che saranno impegnati nel contatto con i cittadini fino alla data fatidica del 4 marzo.

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