M5S: “La Sicilia è sotto procedura d’infrazione ma sta morendo per inquinamento”

30 luglio 2014

Direttamente in mare i reflui di parte della città di Gela. La risposta dell’assessorato regionale al Territorio ad una interrogazione del presidente della commissione Ambiente, Giampiero Trizzino, svela “gravissime” irregolarità nell’area del petrolchimico. E’ quanto afferma il M5S, riportando, a suo dire, le dichiarazioni dello stesso assessorato. Le acque reflue provenienti dalla città, che eccedono la portata del depuratore all’interno della raffineria (400mc/h) – secondo quanto scrivono dall’assessorato di via La Malfa, dicono ancora i grillini – arrivano direttamente a mare, senza nessun trattamento preventivo. Uno sversamento che viene definito “quasi continuo”, ma senza nessuna possibilità di valutazione esatta. E ancora. Nella risposta dell’assessorato sono segnalate numerose altre anomalie, a partire dalla inadeguata vigilanza sulle emissioni in atmosfera della raffineria, limitata quasi esclusivamente agli autocontrolli, a causa della carenza di personale e risorse che caratterizza l’Arpa di Caltanissetta.

“La Sicilia – dice Trizzino – sta morendo soffocata dall’inquinamento, ma nella legge finanziaria l’ambiente è bistrattato: il governo ha stanziato la metà delle risorse previste per legge a favore dell’Arpa, che in questo modo non potrà nemmeno procedere ai controlli ordinari”. “L’Arpa – aggiunge – vive una situazione paradossale: a fronte di un organico previsto per legge di 960 unità, gli impiegati effettivi sono appena 326 e a fronte di un capitolo di spesa pari a 20 milioni di euro, il governo, oggi, ne stanzia la metà. In questo modo l’Agenzia per l’ambiente non ha materialmente la capacità di operare. Tutto questo a danno, soprattutto, delle comunità martoriate dall’inquinamento, come Siracusa, Gela e Milazzo che si vedono private del più fondamentale dei diritti: quello alla salute”. Il deputato riporta un esempio in merito ai controlli agli impianti di depurazione. “A fronte di un programma di 703 interventi, soltanto il 32 per cento sono stati effettuati. Non dimentichiamo che la Sicilia è sotto procedura di infrazione per i controlli sulle acque reflue. C’è da chiedersi come intende Crocetta uscire dall’infrazione, se continua a strozzare l’unico organismo deputato al controllo della qualità delle acque”.

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