M5s in piazza contro Rosatellum. Grillo: qui per tutto il popolo

25 ottobre 2017

“Abbassate le bandiere, siamo qui per fare una battaglia per tutto il popolo italiano”. Stavolta Beppe Grillo non infrange la promessa di andare in piazza contro il Rosatellum e, poco dopo le 17, sale sul palco allestito al lato del Pantheon, a pochi passi dal Senato dove si votano le cinque questioni di fiducia poste dal governo alla legge elettorale. Raffreddato e con la tosse, non diserta una manifestazione decisamente più partecipata di quella di due settimane fa davanti a Montecitorio, dove i sostenitori lo attesero per ore restando delusi. Il colpo d’occhio c’è, piazza piena per tre quarti. “Non abbiamo pot uto fare una manifestazione davanti al Senato perché hanno paura. Ho consigliato alla polizia di andarci loro là, e di accerchiarli”, tuona Grillo. “Sono venuto qui con il raffreddore e la tosse – spiega – ho il sistema immunitario in crisi come quello del paese. L’esito è già scontato, è una roulette dove vince sempre il banco. Non hanno più la maschera dei malfattori, ormai sono a volto libero, non dobbiamo scoprire più niente. Facciano quello che vogliono, se truccano pure questa legge le regole non valgono più”. Quindi annuncia: “Se vinceremo noi sarà una vittoria tripla. Cominceremo dalla Sicilia, ma non mi voglio montare la testa. Lo Stato non c’è più, il desiderio di essere indipendenti arriva in tutto il mondo, vedete Lombardia e Veneto. Ormai c’è il decentramento e non più l’accentramento dello Stato, visto che lo Stato non c’è più”. Poi fa salire sul palco Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista e con loro si benda gli occhi perché – questo era il liet motiv della protesta – con il Rosatellum sarà un voto alla cieca, i cittadini non sapranno chi eleggeranno. E’ lo stesso Grillo poi a presentare Di Maio: “Il premier, il premier, il premier, la parola a quello che cambierà l’Italia”.

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Tra gli applausi il vicepresidente della Camera ammette: “Non credo che con questa piazza riusciremo a fermare il Rosatellum, hanno raggiunto limiti di indecenza. Con questa legge scientificamente nessuno vincerà le elezioni. Però se questa comunità di persone crescerà noi, con una legge che crea incertezze e fa piombare il paese nel caos, saremo l’unica certezza per formare un governo. Si stanno facendo male con le loro mani, creando l’incertezza renderanno M5s sempre più determinante. Ci sono risultati a portata di mano ma dipendono solo dalla volontà del cittadino di andare a votare: dobbiamo chiedere alla gente di andare a votare per mettere questa gente all’angolo. Una volta messi all’angolo gli toglieremo il vitalizio e gli taglieremo lo stipendio”. Tocca a Di Battista chiudere gli interventi dei big dal palco. Si rivolge al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “Da deputato, di fronte alla riforma costituzionale di Berlusconi disse che non si possono scrivere regole importanti da soli. Oggi si ricordi quelle parole perché ha già firmato una volta una legge illegale e truffaldina che si chiamava italicum e si è sbagliato già una volta. Deve stare molto attento a rifirmare una legge incostituzionale perché sarebbe il primo presidente ad aver firmato per due volte leggi elettorali illegali, incostituzionali e truffaldine. Mi auguro che ci pensi molto molto bene”. E giù fischi. “Vox populi”, commenta Di Battista. Il deputato pentastellato ne ha anche per Matteo Renzi: “L’accelerazione che c’è stata sul Rosatellum è estremamente legata all’esito delle elezioni in Sicilia. Il ragionamento fatto da Renzi è stato: io arriverò terzo, sarà la debacle per il mio partito che mi scoppierà allora meglio avere un’arma di ricatto politico verso i parlamentari minacciando di non nominarli. E’ un bulletto che vale quattro lire”.

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