E ora Macron cerca una via d’uscita dalla crisi dei gilet gialli

E ora Macron cerca una via d’uscita dalla crisi dei gilet gialli
Emmanuel Macron
3 dicembre 2018

Il presidente francese Emmanuel Macron è alla ricerca di una via d’uscita dalla peggiore crisi della sua presidenza dopo le scioccanti scene di rivolta nel cuore di Parigi sabato, terza giornata di mobilitazione dei gilet gialli. Oltre 100 persone arrestate durante gli scontri più gravi a Parigi da decenni si preparano ad essere processate per direttissima, mentre il governo di Macron sta mettendo a punto una risposta alle rivendicazioni del movimento dei gilet gialli, che chiede un calo dei prezzi del carburante.

Il premier Edouard Philippe, che ha cancellato una visita in Polonia, oggi incontra i capi del principali partiti politici, i quali fiutano un’opportunità per cavalcare i guai di Macron. Ma il quarantenne presidente sembra determinato a non cancellare gli aumenti delle tasse sui carburanti che hanno scatenato la protesta e a non annunciare sostegni pubblici per le famiglie in difficoltà. “Pensare che, come abbiamo fatto per 30 anni, basti fare un piccolo gesto simbolico e nascondere la polvere sotto il tappeto non risolve il problema fondamentale, strutturale” ha detto il portavoce Benjamin Griveaux alla radio France Inter. La protesta è scoppiata per le tasse sui carburanti ma si è trasformata in un ampio movimento contro le riforme economiche di Macron, che ha dato vita sabato alla terza giornata di manifestazioni nella capitale, sfociata in violenze e devastazioni.

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Il centrista Macron è stato eletto a maggio 2017 grazie a una piattaforma pro-imprese che prometteva misure per favorire gli investimenti e l’occupazione. Immediatamente dopo l’elezione ha fatto approvare in parlamento sgravi fiscali per imprenditori e redditi elevati, misure che hanno rappresentato la scintilla che ha acceso la rabbia dei “gilets jaunes”. Il compito di Macron è complicato dalla sua volontà di non cedere alla piazza, come invece hanno fatto spesso i suoi predecessori. Jacline Mouraud, una dei fondatori del movimento, ha detto all’Afp che eliminare la tassa anti-inquinamento sui carburanti “è il prerequisito per ogni discussione” con il governo. Dopo l’incontro con le forze parlamentari oggi, Philippe domani incontrerà i rappresentanti dei “gilet gialli” per poi annunciare “misure” per raffreddare il clima di protesta, ha detto il suo ufficio. “Signor presidente, ci serve una risposta” esige sulla sua prima pagina il quotidiano Le Parisien. “Impantanato” apre invece Liberation, storica testata di sinistra che afferma che il governo “sembra paralizzato dal movimento dei gilet gialli, che non riesce a fermare e che rischia di traboccare”.

Tra le critiche ai metodi di polizia in un sabato che ha visto decine di auto bruciate e negozi devastati, il governo ha escluso l’imposizione dello stato di emergenza. Il vice ministro degli Interni Laurent Nunez ha detto che lo stato d’emergenza è “una delle opzioni”, ma “non è sul tavolo per il momento”. Il ministro dell’Economia Bruno Le Maire ha detto che la soluzione per aumentare il potere d’acquisto delle famiglie è di ridurre il peso del fisco, tra i più alti in Europa. “Dobbiamo accelerare la riduzione delle tasse” ha detto. “Ma per questo dobbiamo accelerare il calo della spesa pubblica”. Macron, ex banchiere d’investimento, è stato fischiato dai passanti ieri, mentre esaminava i danni causati dalle rivolte di sabato. Il presidente ha visitato l’Arc de Triomphe, il massiccio monumento ai caduti in guerra francesi in cima all’avenue degli Champs-Elysees, che i manifestanti hanno riempito di scritte a bomboletta, per saccheggiare poi la biglietteria e l’atrio. Ha anche visto i resti delle auto bruciate e gli edifici danneggiati, ma non ha detto una parola in pubblico sui disordini dal suo ritorno dal G20 in Argentina.

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La polizia di Parigi ha detto che sabato durante gli scontri sono state arrestate 412 persone e 363 oggi restano in custodia. I feriti in tutta la Francia sono 263, di cui 133 nella capitale, 23 dei quali membri delle forze dell’ordine. Le violenze hanno causato grande preoccupazione nella comunità d’affari francese, che sostiene di aver perso già miliardi di euro. I suoi rappresentanti verranno ricevuti oggi al ministero dell’Economia. “I nostri peggiori timori sono stati confermati: è il terzo weekend di blocchi, che comportano grosse perdite per tutto il settore” ha detto all’Afp Jacques Creyssel, rappresentante dell’associazione dei dettaglianti. Tre persone sono morte in incidenti legati alle proteste iniziate il 17 novembre. Sabato i manifestanti hanno rotto vetrine e dato fuoco alle auto nelle aree più eleganti della città, dagli Champs-Elysees al Louvre, dall’Opera a Place Vendome. Una persona è gravissima dopo che i manifestanti hanno abbattuto uno dei grandi cancelli di ferro dei giardini delle Tuileries, presso il Louvre, schiacciando varie persone. Circa 190 incendi sono stati spenti e sei edifici sono stati dati alle fiamme, ha riferito il ministero degli Interni.

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