Stato-mafia, chiesti 9 anni in appello per Mannino. L’ex ministro: “Fake news contro me”

Stato-mafia, chiesti 9 anni in appello per Mannino. L’ex ministro: “Fake news contro me”
Calogero Mannino
6 maggio 2019

La condanna a 9 anni e’ stata chiesta per Calogero Mannino nel processo d’appello Stato-mafia. “In riforma alla sentenza di primo grado si chiede la conferma penale dell’imputato e la condanna a 9 anni di reclusione, cosi’ come chiesto dal pubblico ministero in primo grado”: cosi’ il pg Giuseppe Fici, al termine della requisitoria, ha formulato la richiesta di pena per l’ex ministro Dc, accusato di minaccia a corpo politico dello Stato. Il processo si svolge, con il rito abbreviato, dinanzi al collegio presieduto da Adriana Piras. In primo grado era stato assolto dal gup Marina Pitruzzella. “Abbiamo esposto dei fatti provati – ha proseguito il pg – al di la’ di ogni ragionevole dubbio”.

“Le acquisizioni probatorie – aveva detto il Pg durante la requisitoria – confermano inoppugnabilmente il timore dell’onorevole Mannino di essere ucciso, cosi’ come sostenuto dall’accusa, e le sue azioni per attivare un ‘turpe do ut des’ per stoppare la strategia stragista avviata da Cosa nostra”. L’accusa aveva spiegato che “Giovanni Brusca ha dichiarato di avere ricevuto l’incarico di predisporre, subito dopo l’attentato di Capaci, l’omicidio dell’odierno imputato, Calogero Mannino. Anche Francesco Onorato conferma che Mannino ‘si deve uccidere’. E l’ex capo mandamento Antonino Giuffre’, vicino al boss Provenzano, ha detto che: Falcone, Lima e Mannino erano nella lista delle persone da uccidere – aveva proseguito il magistrato – deliberata dalla riunione della commissione provinciale di cosa nostra, riunitasi nel dicembre 1991. Decisione da adottare in caso di esito sfavorevole della (imminente) sentenza del maxi processo da parte della Cassazione”.

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Per Mannino, “la richiesta che l’ufficio dell’accusa ha avanzato e’ priva di ogni fondamento e prova. Se prova v’e’, e’ quella di una pretesa pregiudiziale e fantasiosa. Anche alla stregua della stessa sentenza Montalto”. Secondo l’ex ministro, in sostanza, “che tutta la trattativa si riduca alla paura del sottoscritto e dalla sua ispirazione ad un generale dei carabinieri e’ soltanto una fake-news, e’ tesi priva di fondamento e consistenza, e quindi di prova”. “Sottolineo – ha aggiunto Mannino – che la richiesta dei sostituti procuratori generali non e’ giudizio. Attendo fiduciosamente quello”.

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