Di Maio fra slide e Banfi. Il nuovo M5s comunica come un’azienda

22 gennaio 2019

La forma è quella della convention all’americana, la comunicazione prende vita attorno al leader-entertainer. Microfono da guancia come un conduttore televisivo, Luigi Di Maio entra in scena dal fondo della platea, come in un monologo teatrale, per lanciare quella che descrive come “una rivoluzione nel mondo del lavoro italiano”. Come in una convention aziendale, l’ospite Lino Banfi, fresco di nomina nella commissione italiana per l’Unesco, offre al capo politico del M5S, in apertura della manifestazione celebrativa per il varo del reddito di cittadinanza, la necessaria spalla per il momento leggero.

Poi però il vicepremier si riprende lo spazio: è lui che “chiama” le slide, invita il “gemello” Alessandro Di Battista e altri parlamentari e “tecnici” sul palco. E’ lui che sollecita gli applausi, che ringrazia i presenti e rende omaggio agli assenti, come il cofondatore del Movimento 5 stelle Gianroberto Casaleggio, comparso in un video cui i presenti tributeranno una standing ovation. Perfino Beppe Grillo, comparso in un video sussurrato alla fine della manifestazione celebrativa per il varo del reddito di cittadinanza, appare come un personaggio laterale. Un vecchio e discreto suggeritore che esorta quelli che furono i suoi discepoli a valorizzare “la più grande manovra economica e finanziaria della storia di questo Paese”.

L’iniziativa ha l’ambizione di restituire un po’ di smalto alla comunicazione politica stellata, dopo mesi di affanno, che si riflettono nei sondaggi, e qualche dubbio sull’efficacia della regia del portavoce di palazzo Chigi Rocco Casalino; dubbi che si riflettono, pur senza aver prodotto finora ribaltoni clamorosi, in una rinnovata attenzione del M5S al mondo dei comunicatori. E perfino, per la prima volta, in una accoglienza non ostile ai giornalisti, cui lo spazio eventi Nazionale di Roma riserva buona parte delle prime file invece della tradizionale scomodità delle sale stampa delle kermesse del M5S.

A segnare la giornata, le immagini delle animazioni, un po’ in stile Sims prima maniera, che saranno prevedibilmente diffuse a tappeto sulle reti pubbliche e via internet per “spiegare” il reddito di cittadinanza a chi ne ha diritto (e i benefici dello stesso anche a chi non ne ha diritto ma possiede comunque il diritto di voto). E le foto mandate sul grande schermo, da brochure pubblicitaria, di giovani e meno giovani pulitissimi, elegantissimi, sorridentissimi, a rappresentare la nuova realtà dei centri per l’impiego e dei “navigator” che dovrebbero accompagnare al loro destino di reingresso nella formazione e nel mercato del lavoro dei percettori del Rdc.

Un’immagine lontana anni luce dal Movimento delle origine, quello degli attivisti locali nei Meetup, dei referendum per l’acqua, dei vaffa in piazza, del “nessuno deve rimanere indietro”. Quasi a giustificare la scelta di destinare qualche miliardo a sollevare le sorti degli esclusi, dei meno fortunati, Di Maio inizia la presentazione parlando del supporto alle imprese garantito dai provvedimenti del Governo. Resta da verificare se la nuova veste comunicativa così leccata, così lucente, così business, sarà sufficiente a riportare alle urne quanti alla creatura di Grillo e Casaleggio avevano affidato le loro speranze di un cambiamento radicale nell’ingessata società italiana.

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