Di Maio non molla su premier guarda anche Pd

Di Maio non molla su premier guarda anche Pd
Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti
28 marzo 2018

“Piu’ andiamo avanti e piu’ penso che ce la faremo”. Luigi Di Maio, secondo quanto viene riferito, ostenta sicurezza parlando con i suoi nel corso dell’assemblea dei deputati 5 stelle nonostante il percorso per il governo non sia in discesa. E lo dimostrano anche le parole nette pronunciate poco dopo dal leghista Matteo Salvini che dice di rifiutare veti su Forza Italia, su cui M5s invece insiste, e gela il capo politico M5s: “Se Di Maio dice ‘o io o nessuno’ sbaglia, perche’ a oggi e’ nessuno”. Ma il leader M5s non molla sulla premiership e risponde a stretto giro: “Cio’ che conta e’ la volonta’ popolare. Non mi impunto per una questione personale, e’ una questione di credibilita’ della democrazia. Il premier deve essere espressione della volonta’ popolare” ribadisce, ricordando che “il 17% degli italiani ha votato Salvini premier, il 14% Tajani premier, il 4% Meloni premier. Oltre il 32% ha votato il Movimento 5 Stelle e il sottoscritto come premier”. Ma nonostante le bordate a distanza, il dialogo tra i leader di M5s e Lega prosegue. Da fonti 5 stelle insistono con il dire che non c’e’ nessun asse privilegiato con il Carroccio e anzi si ripete che “siamo aperti a tutti, senza pregiudiziali, quindi anche al Pd”.

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Ma a Matteo Salvini che si aggira per i corridoi di Montecitorio, dopo aver partecipato alla riunione del gruppo leghista, a chi gli chiede se abbia visto Di Maio risponde “Ancora no” svelando poi che un incontro ci sara’ la prossima settimana. E comunque i due si sentono spesso al telefono: “Certo, lo sento sempre” risponde Salvini ai cronisti che lo incalzano a Montecitorio, per poi aggiungere scherzando “ormai non posso farne a meno”. Ma dentro M5s non mancano le perplessita’. Intanto c’e’ chi crede che vogliano far credere in un dialogo esclusivo con la Lega, cosi’ come avevano fatto credere di candidare Riccardo Fraccaro alla presidenza della Camera, sottolinea qualcuno critico, e invece era tutto concordato. E ci sarebbero, almeno secondo quanto riferito, contatti anche con il Partito democratico. Non sembra un caso che il leghista Giancarlo Giorgetti dica quasi provocatoriamente: “Se nessuno rinuncia a niente, non si arriva da nessuna parte. Se vuole, Di Maio puo’ chiedere al Pd. Magari il Pd riconosce a Di Maio il ruolo di presidente del Consiglio. La vedo molto, molto improbabile, ma mai dire mai”.

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In ogni caso, e’ lo stesso Di Maio che ribadisce l’apertura a tutti i partiti spiegando che si riparte da zero; la prossima settimana incontrera’ tutti i gruppi parlamentari prima del 3 aprile, data di inizio delle consultazioni per il governo quando le delegazioni parlamentari dovranno salire al Colle dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Detto questo, la partita piu’ immediata si gioca sulle vicepresidenze delle Camere (domani al Senato, giovedi’ alla Camera) su cui M5s aveva garantito di non chiedere nulla a Montecitorio, avendo eletto il grillino Roberto Fico. E invece sembra che non sara’ cosi’ ma che i 5 stelle cercheranno di strappare una vicepresidenza anche alla Camera. “Nella scorsa legislatura, avevano vinto loro e non solo si sono presi le presidenza ma anche le vicepresidenze, senza guardare in faccia a nessuno” fa notare qualcuno dentro M5s parlando dei dem. Dal Pd, allo stesso modo, qualcuno ricorda che nella scorsa legislatura Di Maio venne eletto vicepresidente “solo grazie ai voti dem, altrimenti i 5 stelle da soli non ce l’avrebbero fatta”.

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